Si è svolta questa mattina all’Itis Galilei di Roma l’assemblea unitaria dei dirigenti scolastici. Un’occasione di confronto sui tanti temi e le altrettante criticità che coinvolgono i dirigenti scolastici. Presenti anche i sindacati che sono intervenuti. Tanti gli interventi di dirigenti provenienti da tutta Italia. Qualcuno ha sottolineato il lavoro da burocrati che bisogna svolgere o di mansioni che non spettano alla propria figura. Da qui un appello a tornare ad occuparsi di scuola e dei propri alunni. C’è stato poi chi ha posto in essere la situazione retributiva visto che dal 2017 sono stati decurtati 25 milioni dal fondo per i ds. Essendo entrati 2mila nuovi ds, il fondo deve coprire non più 6mila ma 8mila ds. In molte regioni i dirigenti non prendono la parte variabile. Si chiede che il Ministro ripristini il Fun che dev’essere costituito nella sua interezza.
Ma le problematiche sono tante: carenza di personale, consistenza inadeguata, sia per gli uffici che per i collaboratori scolastici. Il Pnrr – afferma un altro dirigente scolastico – vuol dire tanti soldi ma anche riforme, tempi rigidissimi, e se quei soldi non vengono spesi in tempo si prospetta il commissariamento.
Spazio poi ai segretari delle sigle sindacali Cisl Scuola, Snals, Uil Scuola e Flc Cgil che hanno spaziato su vari argomenti:
“Vorrei che cominciassimo a festeggiare le forze buona della scuola: i dirigenti scolastici – afferma la segretaria generale Cisl Scuola Ivana Barbacci – siete davvero una forza, avete espresso il vostro disagio oggi. Non fatevi mai rappresentare da chi si fa chiamare il capo dei presidi. Qui si gioca il vostro status di lavoratori. Dovete difendere i vostri diritti e questo si fa in una comunità non da soli. Ci sono campagne mediatiche che cercano di mettervi contro l’altro pezzo di scuola. Non succede a nessuna dirigenza di essere strumentalizzati. Il confronto delle retribuzioni con gli altri paesi non ha senso. Si possono creare le alleanze all’interno della scuola, se continuiamo a piangerci addosso non facciamo narrazione. Quando c’è una mobilitazione si deve mobilitare la comunità professionale. Voi siete lavoratori, essere dirigente vuol dire assumersi delle responsabilità. Avete diritto ad ammalarvi, ad avere le ferie e tornare a casa quando siete lontani, avendo dei collaboratori validi. Cominciate a ribellarvi alle molestie e dire di no, saremo al vostro fianco, specie se non sono finalizzate agli obiettivi educativi che la vostra scuola si è data”.
Tempera (Snals): “Una volta il preside si occupava di pochi aspetti burocratici. In questi decenni è totalmente cambiata la fisionomia, si è stravolto il ruolo del dirigente nella comunità educativa. Fare una mera elencazione delle problematiche diventa un esercizio improduttivo. Confidiamo nell’Atto di indirizzo. La categoria dei dirigenti di fronte alla pandemia ha dimostrato una grande professionalità”.
Bianchi (Uil Scuola): “I ds si trovano oberati di lavoro, devono combattere con la mancanza strutturale delle segreterie, con un continuo carico da parte delle amministrazioni scolastiche. Un ruolo sempre più pericoloso e sempre meno riconosciuto, con responsabilità civili e penali”.
“Questa condizione che descrivete non è frutto del caso o del destino. Non abbiamo problemi a dire che le vostre retribuzioni sono basse. I vostri carichi di lavoro sono impensabili per il resto della pubblica amministrazione. Le segreterie non esistono, manca la formazione, il ministero dell’Istruzione è secondario rispetto a quello dell’Economia. Studenti e famiglie trasformati in clienti, scuola protagonista di un mercato povero. La forbice retributiva è scandalosa. Alla base c’è una questione salariale nella scuola. Sul Pnrr bisogna fermarsi. La scuola dell’inclusione è la nostra priorità. Una manifestazione al Ministero andrebbe fatta, non c’è altro modo, bisogna far valere le nostre ragioni”. Così Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil.
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