Tutti sappiamo quanto sia sacrosanto il diritto alla salute: tuttavia, pochi sollevano la questione su come sia difficile tutelarselo in tempi di vacche magre.
Qualche Ministro gridava al miracolo sulla diminuzione delle assenze della Pubblica Amministrazione in fatto di malattia: il punto, invece, è non capire come l’intero comparto, per stipendi sempre più immiseriti per potere d’acquisto, sia proprio in caduta libera da un bel po’ di anni. E intanto sono in molti a presentarsi in classe, al di là delle contingenze fisiche, per non perdere quelle 100 euro mensili, che fanno bilancio per sbarcare il lunario.
In farmacia ci si presenta per acquistare i farmaci per i propri bisogni, facendo convalescenza a scuola come prova di resistenza. Un bel test da sforzo, cui siamo chiamati per necessità, potremmo dire! Tra affitti esosi, utenze e spese varie una cifra a tre numeri ha un peso rielevante: eppure ci è stato promessa da tempo ma evidentemente è meglio tirare il sangue da conti più poveri.
Accontentiamoci di sentirci dire che abbiamo uno spiccato spirito di abnegazione! Forse l’interpretazione alla lettera è stata la peggiore analisi di un con-testo nella sua degenerazione: povera nostra categoria!
Francesco Polopoli
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