Alla fine, da una serie interminabile di calcoli, il dato che emerge sui tassi di assenteismo dei dipendenti ministeriali italiani (dirigenti e no) pubblicati online secondo quanto previsto dalla legge, è netto e di certo non positivo: 20,5 per cento del totale dei giorni lavorativi.
Si tratta di un dato “lordo”, che tiene conto di ogni tipologia di assenza del lavoro, dalla malattia alle ferie, passando per la legge 104, le aspettative e i congedi di ogni sorta.
I numeri del settore privato viaggiano invece su cifre per il momento irraggiungibili quanto a virtuosità.
Secondo la Ragioneria dello Stato, al netto delle ferie, ogni dipendente pubblico italiano nel 2015 è stato assente dal lavoro per 19,1 giorni. Se volessimo fare quindi un parallelo, spiega huffingtonpost.it, dovremmo aggiungere i giorni di ferie, che in genere non superano i 28. Saremmo quindi sempre ampiamente sotto i 52 giorni di assenza totali da attribuire ai ministeriali nel 2016.
Se ci limitassimo ai giorni di malattia, il paragone si potrebbe fare solo con la presidenza del Consiglio e il ministero del Lavoro, e si constaterebbe che anche in questo caso i numeri dei ministeriali sono stati più alti, con 10,5 giorni di malattia per dipendente nel 2016 e 14,4 nel 2015, a fronte dei 9,2 giorni del resto della P.A. per il 2015.
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Entrando poi nello specifico dei singoli ministeri, è certamente il dato del Ministero dell’Economia a destare il maggiore stupore. Qui il tasso complessivo di assenteismo è stato nel 2016 del 32 per cento, dieci punti percentuali oltre la media degli altri ministeri, quasi un giorno di assenza ogni tre. Con picchi di tassi superiori al 50 per cento in alcuni uffici, come ad esempio nel caso di un paio di settori dei servizi ispettivi di finanza pubblica (Sifip).
A compensare la maglia nera del Tesoro, c’è il Ministero per lo Sviluppo Economico, il più virtuoso in assoluto col 16,9 per cento di assenteismo.
Nella media gli altri ministeri chiave, con il Viminale stabile al 20 per cento, la Farnesina al 22, la Giustizia al 18,3 e la Difesa al 19,9.
Il miglioramento più sostanziale lo ha fatto segnare il ministero dell’Istruzione, il cui tasso di assenteismo si è portato dal 18 al 17,3 per cento.
Rilevante è, all’interno delle innumerevoli strutture che fanno capo in tutta Italia al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’alto tasso di assenteismo alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (spesso sopra il 50 per cento), e – per concludere con una nota di merito – quello praticamente nullo della Reggia di Caserta, il cui personale, dopo un inizio conflittuale, è stato evidentemente conquistato dallo stakanovismo del direttore Mauro Felicori.
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