Leggo l’articolo a firma Anna Maria Bellesia e convengo subito nel ritenere il cinguettio di Renzi un’altra delle sue “sparate” senza senso cui aggiungo la preoccupazione che se a cambiare le regole del pubblico impiego sarà lui, con la Madia e Giacalone, non rimane che da dire “poveri dipendenti pubblici”. Dire che i dipendenti pubblici sono i soliti fannulloni assenteisti è una aberrante bestemmia già profferita da un tale Renato Brunetta che ha ritenuto di scaricare le sue frustrazioni e i suoi complessi sui lavoratori togliendo loro, con l’immensa gioia dell’Associazione Nazionale Presidi, diritti sacrosanti con conseguente accentramento di poteri in una sola persona che, nella scuola, si chiama dirigente scolastico. Ma questo è un capitolo a parte da trattare in altra occasione.
Quanto era bella la scuola pre-Berlinguer, nazionalmente coesa e razionalmente gestita dai rimpianti Provveditori agli Studi, Presidi e Direttori Didattici. Oggi viviamo in 10.000 repubbliche indipendenti che, in nome di una aberrante autonomia, fanno e disfanno ciò di cui proprio la scuola non ha bisogno.
Alla Prof.ssa Bellesia mi sento di affermare che è sacrosanto il diritto del dipendente: a) alla malattia quando egli è veramente e non finto ammalato con la connivenza di medici senza scrupoli e coscienza che attestano patologie non esistenti. Possiamo affermare che il fenomeno non esiste? b) alla tutela della lavoratrice madre in gravi complicanze della maternità. Possiamo negare che, da quando questa legge è in vigore, sempre con la connivenza di medici senza scrupoli, le gestazioni difficili sono aumentate a dismisura? c) alla tutela della disabilità personale e del familiare prevista dalla legge 104. Possiamo non prendere atto che questa legge di grande civiltà è, sempre con la connivenza di medici senza scrupoli, abusata e strabusata al punto da far sembrare i pubblici dipendenti e i loro familiari un pugno di handicappati? Mettere poi, in discussione il diritto ai 15 giorni per il matrimonio, al riposo spettante al nobile gesto di donare il sangue, al tempo occorrente per partecipare ad un concorso per migliorare la propria posizione è semplicemente da imbecilli.
Mi sia consentito, però, se sono vere le affermazioni sin qui fatte, e sono vere, di non condividere lo sdegno della prof.ssa Bellesia ad un fenomeno che pur esiste e che si vuole, a tutti i costi ignorare. Personalmente penso alla sacralità del lavoro, alla dignità del singolo lavoratore, alla doverosa tutela dei sui diritti, al rispetto del suo ruolo ed alla giusta retribuzione da corrispondergli. So per certo che il lavoratore oggi non viene considerato da una classe politica di inetti ed incapaci, quando anche ladri, è malpagato, non ha un giusto ed adeguato stato giuridico e vive in una costante situazione di disagio. Ritengo che gli stessi lavoratori siano coscienti che non tutti facciamo il nostro dovere al punto che è invalso il concetto della premialità nei confronti di chi lavora di più. Cosa che ritengo assolutamente sbagliata. Si viene assunti per fare un lavoro che comporta mansioni e prestazioni di servizio, stress psicologico non meno pesante di quello fisico, che si conoscono prima che si accetti la funzione. Detto lavoro deve essere congruamente ed adeguatamente retribuito in base alle responsabilità che ne derivano e perché venga svolto al meglio non necessita di un premio. Semmai, se non viene praticato come dovuto va retribuito in base a quello svolto. E se, ancora, il dipendente continua a svolgere male il suo lavoro va licenziato. Di fronte ai soprusi di una Amministrazione, al mancato rinnovo di un contratto, al demansionamento che si subisce ci si rivolge al giudice del lavoro o si mettono in atto le giuste rivendicazioni sindacali senza ricorre alle false malattie suffragate da falsi certificati medici. I vigili urbani di Roma, mi permetto sommessamente di dire alla Prof.ssa Bellesia, sono indifendibili. E anche se sotto cova altro, cosa assai possibile, sono lo stesso indifendibili per quanto hanno fatto.Talvolta i killer siamo noi. Renzi farebbe bene a non cinguettare compulsivamente e ancora meglio avrebbe fatto, sono d’accordo con la Prof.ssa Bellesia, se avesse detto di essere “orgoglioso” di tutti quei dipendenti pubblici che il 31 dicembre hanno assicurato ordine pubblico, assistenza sanitaria, pronto soccorso. “Orgoglioso” di tutti quei lavoratori del pubblico impiego che svolgono il loro lavoro nonostante le vessazioni e le campagne denigratorie che hanno subito dagli ultimi governi. Sono, ancora, d’accordo nel dire che, certamente farebbe il proprio dovere, Renzi, se sbloccasse il contratto di lavoro, se aumentasse il potere d’acquisto dei salari, se riducesse lo sconsiderato aumento dell’età pensionabile per lavoratori come agente, infermiere, insegnante, se facesse la spending review sugli sprechi dei politici e non sulla pelle dei lavoratori pubblici e dei poveri pensionati, superando gli squilibri e le diseguaglianze sociali, a cui gli 80 euro pre-elettorali non hanno portato alcun beneficio.
Sono, infine, d’accordo con la Prof.ssa Bellesia nel denunciare le disuguaglianze fra chi guadagna in maniera spropositata, o si arricchisce frodando le risorse pubbliche, e chi è costretto a fare salti mortali per portarsi a casa un misero stipendio? Si preoccupi, infine, Renzi di quei politici così “assenteisti” nell’esercizio delle loro funzioni quanto assidui in TV a prendere gli Italiani per i fondelli. Renzi cinguetti di meno e si applichi di più o, se vuole fare una bene al suo Paese, da elettore del suo partito, gli consiglio di andarsene a casa. Condivido molte considerazione ma non sono d’accordo, e non me ne voglia la Prof.ssa Bellesia, sulla sua indifendibile difesa ad oltranza di chi ha clamorosamente sbagliato.
P.O.
Direttore S.G.A. in quiescenza
RISPONDE ANNA MARIA BELLESIA
Il lettore ripete più volte di condividere le varie argomentazioni sostenute nell’articolo “Se i vigili di Roma diventano un pretesto per bastonare ancora il pubblico impiego”. Ma conclude dicendo di non essere d’accordo con la “indifendibile difesa ad oltranza di chi ha clamorosamente sbagliato”.
Scusi, gentile lettore, ma dove trova nell’articolo la difesa ad oltranza dei vigili di Roma? Il discorso è tutto centrato su chi prende “a pretesto” questo eclatante episodio per fare “killeraggio” dei lavoratori pubblici in massa.
Non c’è alcuna parola né di accusa né di condanna dell’episodio in sé, perché al momento il fatto è oggetto di accertamenti, e non si può giudicare a priori. In ogni caso, la norma punitiva già esiste e prevede il licenziamento disciplinare senza preavviso per “giustificazione dell’assenza dal servizio mediante una certificazione medica falsa o che attesta falsamente uno stato di malattia”. E’ una fattispecie nuova, introdotta da Brunetta nel 2009, per cui l’assenza viene equiparata alla truffa aggravata.
Dunque Renzi poteva risparmiarci il cinguettio del 2 gennaio alle 7 del mattino. Questo il senso del discorso, sul quale si dice d’accordo anche lei.
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