La bocciatura di una bambina di seconda elementare iscritta ad una scuola di Bari ha scatenato un putiferio. La decisione dell’istituto non è stata per niente gradita dalla famiglia della piccola alunna, che ha deciso per tutta risposta di agire per vie legali.
Il caso è stato riportato oggi da La Repubblica. Secondo la scuola la bimba in questione avrebbe una “preparazione lacunosa”, forse a causa delle “ripetute assenze” e della “partecipazione discontinua”.
Queste le motivazioni che hanno spinto i docenti a impedire all’alunna, che ha sette anni, di passare alla terza elementare. La decisione della scuola è stata resa nota lo scorso 17 giugno. La famiglia di quest’ultima, però, non ci sta e non si arrende: i genitori hanno infatti presentato un ricorso al Tar.
“Nelle poche laconiche righe cui si riduce lo scrutinio finale vi è l’assoluta assenza di motivazioni tanto eccezionali da aver condotto i docenti a bocciare una bambina di seconda elementare”, affermano gli avvocati Giacomo e Roberta Valla, che stanno seguendo il caso per conto della famiglia.
La bambina in questione, in ogni caso, ha effettivamente accumulato circa 50 assenze nel corso dell’anno scolastico, perlopiù, però, a causa di problemi di salute. A quanto pare la bimba, tra marzo e aprile scorso, ha contratto il Covid e in seguito ha sofferto di disturbi legati ad una patologia da cui è affetta dalla prima infanzia.
La scuola, dal canto suo, non arretra, anzi. “Non si tratta di una decisione punitiva nei confronti della bambina e della sua famiglia. Già durante il primo anno scolastico le insegnanti hanno fatto tutto il possibile per sostenere l’alunna. La scelta non è stata presa a cuor leggero”, questo è ciò che afferma l’istituto, che si difenderà nel contenzioso con l’Avvocatura dello Stato.
A quanto pare, come si legge su La Repubblica, dietro la decisione di far ripetere l’anno alla bimba ci sono motivazioni ben più complesse e non relative solo alle tante assenze. Queste hanno più che altro peggiorato una situazione già precaria, in quanto l’alunna era già in difficoltà. L’udienza al Tar è fissata per il 27 luglio.
A prescindere dal caso particolare, viene da chiedersi: bocciare è diventato davvero così atipico? I docenti, se proprio hanno intenzione di far ripetere l’anno a qualcuno, sono tenuti a farlo solo in casi gravi? Gli insegnanti dovrebbero chiudere un occhio di fronte a situazioni difficili e cause di forza maggiore?
Queste questioni sono all’ordine del giorno: proprio di recente si è parlato di una possibile scuola senza bocciature, tema su cui abbiamo lanciato un sondaggio che ha rivelato che si tratta di un’opzione che non sarebbe gradita da parte della maggior parte dei docenti.
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