Roberto Lagalla, 66anni, ordinario di “diagnostica per immagini e radioterapia” presso l’Università degli Studi di Palermo, oltre a essere autore di oltre 450 pubblicazioni scientifiche, è stato fondatore del movimento politico Idea Sicilia, ed è attualmente deputato della XVII legislatura dell’Assemblea Regionale Siciliana, eletto nella lista Idea Sicilia Popolari e Autonomisti, dal 29 novembre 2017 ricopre la carica di Assessore all’Istruzione e alla Formazione professionale.
A lui abbiamo chiesto, considerata la situazione in cui oggi versa la scuola siciliana, e non solo a causa del Covid:
1) Cosa intende fare come assessorato all’istruzione intorno al gravissimo problema della dispersione e degli abbandoni, considerato che l’Isola è al primo posto in questo non invidiabile primato. L’ultimo dato parla del 24% di ragazzi che lasciano la scuola. In tempi normali, dati MI, eravamo al 21% (media nazionale intorno al 12%) con punte anche del 30% nelle periferie e nelle zone degradate delle città.
Purtroppo la pandemia ha riacutizzato il fenomeno della dispersione scolastica, pregiudicando parzialmente i graduali progressi degli ultimi anni. Sul piano degli interventi programmati per contrastare gli abbandoni, il governo Musumeci, ritenendo il tema dell’istruzione tra quelli caratterizzanti il proprio programma, ha recentemente disposto uno stanziamento straordinario di 20 milioni di euro che sarà finalizzato ad un intervento organico di contrasto alla povertà educativa per la realizzazione del quale, a partire dal prossimo settembre, sta già lavorando un tavolo tecnico di coordinamento regionale.
2) Tempo Pieno. Anche su questo versante, di fronte a 80% circa di scuole con tempo pieno in regioni come la Lombardia e il Veneto, in Sicilia siamo a circa il 7%. Non le sembra che un loro incremento potrebbe pure dare lavoro a tanti insegnanti costretti a emigrare?
Si tratta di un altro aspetto dei ritardi educativi registrati, da sempre, nella nostra Regione, così come in altre realtà del Sud Italia. In questa direzione stiamo operando per favorire la scolarizzazione precoce dei bambini presso le scuole dell’infanzia dotate di servizio mensa. Inoltre, il piano regionale contro la povertà educativa prevedrà, tra i suoi punti qualificanti, il potenziamento del tempo pieno, soprattutto nella scuola primaria e nelle aree territoriali a maggiore disagio economico e sociale
3) Con le scuole costrette alla didattica a distanza, abbiamo letto che come Assessorato vi state prodigando per implementare collegamenti internet e fornire strumenti di connessione alle scuole e agli alunni: quanto è valido questo per territori, penso a paesini dell’entroterra siciliano, dove è pure difficile l’uso dei telefonini?
La Regione Siciliana, in sussidiarietà con lo Stato, è intervenuta concretamente per agevolare l’uso della DAD durante i periodi di sospensione delle attività didattiche in presenza. Si è trattato di superare il “digital divide“ che riguarda ampie zone del territorio siciliano e i risultati ci dicono che, grazie allo sforzo di tutti, è stato garantito un adeguato livello di copertura al servizio, ponendo la Sicilia al 10° posto tra le regioni italiane. Tuttavia, in relazione a problemi tecnologici o a oggettive fragilità di contesto, familiari e sociali, non sono mancate disomogeneità che abbiamo tentato di colmare attraverso la diffusione degli insegnamenti su un canale televisivo regionale. Più di recente, in collaborazione con il sistema universitario e con l’Ufficio scolastico regionale, abbiamo avviato un percorso di recupero delle competenze destinate agli alunni in condizioni di maggiori difficoltà. E su questa strada proseguiremo il nostro impegno.
4) Può dirci se la scadenza del 1° febbraio sarà mantenuta per il rientro in classe delle scuole di istruzione secondaria di secondo grado?
Ovviamente, molto dipenderà dall’andamento della curva epidemiologica che costituisce il punto di riferimento essenziale per coniugare opportunamente diritto allo studio e diritto alla salute. Tutte le possibili misure di sicurezza sanitaria e di ottimizzazione organizzativa sono già state previste nell’ottica della riammissione in presenza, almeno per il 50% dell’utenza, a partire dai primi giorni di Febbraio, fermo restando il preventivo superamento dell’attuale classificazione della Sicilia in “zona rossa”.
5) Edilizia. Cosa pensate di fare per scongiurare definitivamente questo problema, che passa pure attraverso l’idea delle classi pollaio, considerato che siamo in un territorio ad alto rischio sismico e dove i trasporti scarseggiano o sono inadeguati?
D’intesa con il Presidente Musumeci, abbiamo ritenuto di imprimere una decisa accelerazione agli interventi di edilizia scolastica. Ad oggi, abbiamo disposto e realizzato, in oltre i due terzi degli edifici, le verifiche tecniche di stabilità e resistenza sismica e finanziato progetti di riqualificazione e ristrutturazione dei plessi scolastici per oltre 350 milioni di euro, oltre ad essere direttamente intervenuti in non poche situazioni caratterizzate da particolare urgenza. In realtà, il calo demografico di questi anni ha largamente limitato il fenomeno delle cosiddette “classi pollaio”, rendendo molto più attuale l’esigenza di innovare l’edilizia scolastica nella direzione della rifunzionalizzazione dei locali e del complessivo miglioramento dei servizi a disposizione degli studenti.