Si discute da tempo a proposito della stabilizzazione degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Si tratta di figure professionali specializzate che vengono garantite alle scuole, attraverso delle cooperative autorizzate, attraverso finanziamenti annuali emessi dagli enti locali. Con lo Stato che, di tanto in tanto, come a fine 2022 con la Legge di Bilancio, contribuisce al potenziamento dell’importante servizio.
I sindacati hanno più volte chiesto, anche al Parlamento, che tutti gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione diventino dipendenti pubblici. Come abbiamo riportato, la Uil ha rilanciato l’esigenza durante una audizione svolta al Senato il 22 marzo davanti alle commissioni Istruzione e Affari sociali.
Domani, 25 marzo, dalle ore 16 alle ore 17, si svolgerà su tutto il territorio nazionale un flash-mob per portare l’attenzione sull’argomento a sostegno del Disegno di Legge 236 del 2022 organizzato dal MISAAC (Movimento Nazionale per l’Internalizzazione degli assistenti all’autonomia e comunicazione).
Il flash-mob avrà luogo nelle principali città di Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna.
Le richieste del Movimento
Il disegno di legge, come dicono dal Movimento, mira all’internalizzazione della funzione di assistenza all’autonomia e comunicazione nei ruoli dello Stato, e cioè presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito e successiva stabilizzazione dei professionisti che, a vario titolo e con diverse denominazioni, svolgono la detta funzione.
Il disegno di legge mira a sanare quello che il Movimento considera “un grave e drammatico errore storico” commesso dalla legge 104/1992, art. 13, comma 3, che nel prevedere le due funzioni scolastiche universalistiche – essenziali, obbligatorie e specialistiche – a supporto degli alunni con disabilità – il docente di sostegno e gli assistenti all’autonomia e comunicazione – ha internalizzato presso il Ministero dell’ Istruzione i docenti di sostegno – e lasciato gli assistenti alla competenza degli enti territoriali – Regioni – ex Province e Comuni.
Il Movimento lamenta l’eccessiva precarietà del mestiere, tra Comuni dove all’inizio dell’anno scolastico il servizio non parte, Comuni a zero ore di assistenza, ritardi. “Sul versante lavorativo assistiamo da anni al più grave e diffuso fenomeno di precariato lavorativo che l’Italia abbia mai conosciuto, a questo livello di competenza e professionalità – professionisti che percepiscono una retribuzione di appena 7/8/9 euro l’ora – i contratti stipulati, anche i migliori, sono a tutti gli effetti contratti meramente artificiosi e mai rispettati. Si registrano retribuzioni a cottimo – ferie e mensilità aggiuntive, maternità – malattie – assenze degli alunni – scuole chiuse per eventi atmosferici o altro, quasi mai riconosciute, diritti retributivi complessivamente inesistenti e non garantiti. Registriamo ogni anno ritardi incredibili e sospensione delle retribuzioni per mesi e mesi, con le lavoratrici e i lavoratori costretti ad indebitarsi per far fronte alle spese quotidiane. Ormai da diversi anni chi può fugge da questo lavoro, verso altre mete più dignitose, determinando tale fenomeno un impoverimento della funzione assistenziale”, concludono.