Non ci sarebbe alcun vincolo da parte della Commissione europea sull’immissione in ruolo di decine di migliaia di docenti idonei che hanno partecipato con merito al concorso del 2020 e a quello Pnrr del 2023: le assunzioni si potrebbero benissimo fare prima dell’avvio di ulteriori concorsi. Lo sostiene la leader della Flc-Cgil, Gianna Fracassi, spiegando che la risposta è arrivata al suo sindacato direttamente da Bruxelles.
intervistata a dalla Tecnica della Scuola – a margine della conferenza stampa “Investire in Istruzione e Ricerca per far ripartire il Paese” organizzata dallo stesso sindacato Confederale -, la leader dei lavoratori del Conoscenza Cgil ha chiesto: “Come si fa a bandire concorsi a ‘manetta’, senza aver chiuso le graduatorie degli idonei di chi questo concorso l’ha già fatto? lo abbiamo detto più volte al ministro.Tra l’altro, coloro che fanno questi concorsi sono in buona parte quelli che hanno lo hanno già fatto nel 2020 e nel 2023, quindi per loro è una condanna a vita”.
Fracassi sostiene che gli idonei è come stessero “nella ruota del criceto: giri, giri e non arrivi mai al punto di conclusione, io penso che sia sbagliato. Abbiamo scritto alla Commissione europea, abbiamo ottenuto un incontro su questi temi collegati al Pnrr e gli abbiamo chiesto: ma per voi l’obiettivo sono i 70.000 assunti con le nuove regole o sono far tre concorsi? Loro hanno risposto che la tempistica è gestita dai singoli Paesi, ma giustamente che per loro l’obiettivo sono i numeri. Quindi quello che chiediamo è possiamo arrivare già rapidamente ai 70.000 assunti.
La sindacalista sostiene che bisogna “dare una risposta a chi il concorso l’ha già fatto e anche a coloro che nel 2020 si sono impegnati in una prova complicata e difficile. Hanno ottenuto l’idoneità e si ritrovano senza nessuna possibilità: diamogli questa opportunità, ma evitiamo di dare un messaggio per cui ci sono lavoratori e le lavoratrici che devono fare uno, due, tre, quattro concorsi per arrivare, per atterrare finalmente al posto a tempo indeterminato”.
La leader della Flc-Cgil si scaglia, inoltre, contro la decisione dell’attuale amministrazione di realizzare quello che definisce “un condono per chi ha acquisito il titolo di sostegno all’estero: gli si dà sostanzialmente una corsia preferenziale. Noi siamo l’organizzazione che continuia a segnalare che sui titoli abilitanti, sui titoli di studio, c’è un mercato assolutamente inaccettabile non solo perché se li pagano i precari ma perché spesso e volentieri è un mercato che è fatto di compravendita di titoli, di compravendita”.
“Ci sono state anche recentemente – continua Fracassi – delle indagini della finanza noi continuiamo a denunciare: l’ultima lettera che abbiamo inviato al Ministero risale alla scorsa settimana: una scuola paritaria. Tra l’altro, segnalo che nella legge di bilancio alle paritarie sono stati aumentati persino i contributi. E quella paritaria che non solo vende titoli ma vende anche punteggi per il lavoro svolto. Allora si può intervenire su questo perché se non si interviene si dà un messaggio sbagliato. Cioè, hai preso il titolo così, ma non è un titolo valido. Insomma, il messaggio che arriva alle persone è che si può fare sostanzialmente quello che si vuole”.
Durante l’intervista, Fracassi parla anche delle università telematiche: “Anche su questo vorremmo aprire – dice – qualche elemento di riflessione: c’è un tema delle università pubbliche statali che non hanno garantito l’offerta per l’abilitazione per il sostegno; invece, tante università telematiche si sono buttate a pesce”.
Infine, la sindacalista spera che si dia “una risposta anche ai precari storici che spesso dimentichiamo: stanno già nelle graduatorie e tutto questo si ripercuote chiaramente nella qualità dell’insegnamento”.