Una vicenda paradossale, quella che vede protagonista una docente di sostegno, Chiara Maffucci, originaria di Foggia, ma per motivi di lavoro residente a Foggia.
La docente, nel giro di pochi mesi, è stata assunta a scuola, licenziata e poi (forse) riassunta grazie a un provvedimento cautelare.
“Proprio stamattina (ieri, ndr) – racconta la docente all’ANSA – ero al Provveditorato per chiedere lumi dopo l’ultima sentenza del Consiglio di Stato. Ma ci sono ancora complicazioni”.
A sconvolgere la vita di Maffucci sono state negli ultimi mesi del 2017 ben due sentenze amministrative
La prima, del Tar, riguarda il titolo di diploma di sperimentazione a titolo linguistico e l’inserimento nella seconda fascia di graduatoria.
La seconda, quella ormai famosa del Consiglio di Stato, riguardante il caso di 40mila docenti e il loro titolo non più abilitante.
Una dura botta per la docente, che viene licenziata della sua scuola di Parma visto “il provvedimento di cancellazione dalle graduatorie a esaurimento e di istituto della scuola primaria e dell’infanzia per mancanza di ‘specifica abilitazione'”.
Da allora la docente non riesce più a mettere piede in un’aula, nemmeno con le richieste di messa a disposizione.
Maffucci, però, non molla ed è arrivato il primo risultato “positivo”: la sentenza del Consiglio di Stato che accoglie l’istanza cautelare e sospende esecutività del provvedimento del Tar. Sul merito si deciderà il 21 giugno, paradossalmente quando in classe non si potrà più entrare.
“Ora – spiega ancora all’ANSA – grazie alla sentenza cercherò di rientrare almeno nella graduatoria”.
Ma per ritornare al suo posto di lavoro ci sarà ancora da sudare.
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