Nella confusione che sta colpendo, in questo momento, il reclutamento dei dirigenti scolastici spicca la situazione di dieci docenti, aspiranti dirigenti scolastici, che hanno superato le prove scritta e orale del concorso bandito nel 2017. Non si erano collocati in una posizione utile, dopo i quiz preliminari, ma, ammessi con riserva allo scritto e al colloquio nel 2018/19, li hanno passati entrambi.
Mentre con il tempo la graduatoria scorreva, gli altri candidati ammessi con riserva sono stati assunti man mano dall’Amministrazione, sempre con riserva, quali dirigenti scolastici.
Prima che venissero assunti quei restanti dieci, è intervenuto il Legislatore, che li ha tagliati fuori.
Infatti la legge di conversione del decreto mille-proroghe 2023, ha rimescolato tutta la situazione: ha stabilito un concorso straordinario, con prova orale sulle materie già affrontate, per loro, che avevano già superato uno scritto e un orale, e, invece, una batteria di quiz per chi aveva superato una sola prova tra lo scritto e l’orale o nessuna delle due, purché avesse un contenzioso amministrativo in corso .
Un calderone, da cui, in séguito, con la legge n. 75/2023, sono stati sottratti solo i dirigenti scolastici già assunti con riserva e con tale legge confermati in ruolo, a condizione che avessero superato l’anno di prova.
Per effetto della stessa legge, i dirigenti, assunti con riserva e poi dimissionati, sono stati riassunti nel ruolo dirigenziale della scuola. Invece i superstiti del concorso del 2017, esigui nel numero, ma provvisti degli stessi titoli di accesso alla dirigenza dei colleghi assunti, sono stati impropriamente aggregati alla sorte di coloro che, non avendo completato utilmente la procedura concorsuale, hanno affrontano una sola prova a quiz, per aspirare a essere inseriti in una nuova graduatoria. Insomma i superstiti hanno superato anche il concorso straordinario, ma si vedono scavalcati da coloro (e sono centinaia) che hanno un punteggio conseguito con un solo quiz!
A complicare ulteriormente la situazione, è intervenuto un atto legislativo (art. 12 co. 2 l. 106/2024) che voleva assorbire tutti i posti dirigenziali disponibili quest’anno nella scuola, a favore degli aspiranti inseriti nella graduatoria del concorso straordinario: Insomma a cascata si sono succeduti provvedimenti legislativi ad personas, discriminatori e pasticciati, su cui la magistratura ora spara volentieri a palle incatenate, bloccando tutto.
E non si poteva né si può proseguire così: pari situazioni hanno avuto trattamento diverso, mentre posizioni sostanzialmente disparate sono state messe sullo stesso piano di (ri)partenza. Il risultato è che il Ministero si vede costretto ad assegnare a reggenti ben ottocento dirigenze scolastiche, con ricadute gestionali facilmente immaginabili.
Marina Angelini e Pierluigi Malizia
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