E’ pazzesco, è assolutamente pazzesco, accettare così un posto di lavoro lontano 800 km dalla propria casa e soprattutto della propria famiglia. In tanti anni uno ha cercato di costruirsi un proprio “modus vivendi” credendo nella famiglia e nel “buon vivere civile” e poi all’improvviso, senza alcun motivo, e in particolare senza aver chiesto nulla (siamo stati obbligati a chiedere il trasferimento non per scelta propria), si trova deportato altrove. Credo che tutto questo sia incostituzionale e sicuramente irrazionale.
Si era palesato che nel caso specifico Fase C, entrati in ruolo sul potenziamento si veniva assorbiti su posto cattedra man mano che c’erano le disponibilità perlomeno nella propria Regione di residenza e non dalla Campania al Veneto, dalla Sicilia o Sardegna alla Lombardia, dalla Lombardia alla Calabria, e così via, che senso ha tutto ciò, quale criterio si è adottato?, quello sicuramente di scassa famiglie e di un vero esilio per gli interessati. (Queste considerazioni riguardano anche le altri fasi precedenti alla fase C). Così probabilmente, forse, si fa Buona Scuola, ma sicuramente si gioca sulla pelle dei cittadini, bistrattati e trattati come pecore al pascolo.
Altra considerazione, i posti di potenziamento dello scorso anno scolastico che fine hanno fatto?, da chi vengono occupati quest’anno? e perché non potevano essere occupati da chi l’aveva già ottenuto?, eventualmente rimanendo nella propria provincia o almeno regione? Fanno parte dell’organico dell’autonomia?
Il trasferimento andava chiesto da coloro che, giustamente, erano da anni che insegnavano fuori dalla propria provincia e non da chi è sempre rimasto nella propria provincia per opportunità di lavoro e di conduzione ed organizzazione familiare. Un libero cittadino ha il diritto di poter scegliere dove vivere e lavorare? o è tutto messo in discussione?
A che serve essere deportati altrove a centinaia di chilometri lontano da casa e dalle proprie abitudini, dopo anni di sacrificio ed abnegazione, trovandosi all’improvviso a cambiare vita all’improvviso!!! Vita?, che vita è? Se uno non può più condividere la propria quotidianità con la propria famiglia e con amici e conoscenti, e perché no con il conteso territoriale abituale?
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