I due problemi che in questa fase stanno investendo la scuola (assunzione dei precari e riapartura a settembre) sono ormai diventati un tema sociale e politico di particolare gravità.
Il problema del precariato è talmente complicato che da alcuni giorni è anche oggetto di un confronto continuo all’interno della stessa maggioranza di Governo.
Lo scontro fra PD e Leu da un parte e il M5S, a cui si sta affiancando Italia Viva, dall’altra è arrivato ad un punto di non ritorno e, almeno per ora, a nulla sono valsi i tentativi di mediazione messi in atto dal presidente del consiglio Giuseppe Conte.
Il fatto è che i tempi sono davvero strettissimi e una soluzione va trovata nella giornata di domenica perchè lunedì la Commissione Cultura del Senato dovrà necessariamente votare il testo definitivo del decreto scuola sul quale è prevista la decisione finale in aula per il giorno successivo.
Trovare il punto di incontro sarà difficile ma è molto probabile che alla fine l’intesa ci sarà perchè in caso contrario potrebbe essere messa in discussione la stessa tenuta del Governo.
Nei giorni scorsi era emerso anche un altro problema: la Lega, infatti, aveva mostrato apprezzamento per la proposta PD contenuta nell’emendamento a firma del senatore Verduci (eliminazione della prova d’esame dalla procedura concorsuale). Ma è del tutto evidente che una soluzione targata PD, LEU e Lega approvata con il voto contrario del M5S e di Italia Viva porrebbe un problema politico insuperabile.
Ed è anche per questo che, inevitabilmente, alla fine la maggioranza di Governo dovrà raggiungere un’intesa.
Meno complicato sotto il profilo politico appare il problema della riapertura settembre per il quale, però, mancano – almeno per ora – soluzioni credibili e praticabili.
Si parla, è vero, di classi con meno alunni e con misure di distanziamento rigorose ma questo vorrebbe dire avere molti più spazi a disposizione che non si vede davvero come potrebbero essere allestiti nell’arco dei tre mesi che ci separano dalla ripartenza di settembre.
La viceministra Anna Ascani ha parlato anche di accordi con i Comuni per consentire di usare locali pubblici come teatri e cinema, ma francamente l’idea – pur molto suggestiva – non appare di facile realizzazione.
La verità è che le risorse, non solo economiche, necessarie per ripartire in condizioni di relativa sicurezza sono davvero molto ingenti e anche i problemi organizzativi da affrontare appaiono piuttosto complessi. Una questione su tutte: per garantire la possibilità di fare lezione a piccoli gruppi sarà necessario avere molti più insegnanti; supponendo anche di autorizzare migliaia e migliaia di assunzioni temporanee per i primi 3-4 mesi di scuola resta un problema del tutto insolubile: in molte province del nord le graduatorie sono ormai vuote e già quest’anno i dirigenti scolastici sono stati costretti a ricorrere alle cosiddette “messe a disposizione”.
E non si capisce davvero come il Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile potrà fornire indicazioni operative per aiutare le scuole a affrontare problematiche così complesse.
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