Sarebbero quasi 40mila, per l’esattezza 39.340 i posti di organico di diritto da coprire subito con altrettante nuove nomine in ruolo. A chiederlo, il 19 luglio, dati alla mano, è stato il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna.
“Se prendiamo in esame il numero complessivo dei docenti di ruolo in servizio (594.854) e togliamo i pensionamenti (15.414) abbiamo 579.399 insegnanti in servizio nella scuola italiana. Le immissioni in ruolo – ha spiegato Di Menna – vanno calcolate sull’insieme dei posti di organico di diritto del personale docente che sono 600.839. Il dato è presto individuato: se, infatti si toglie dall’insieme dei 600 mila posti di organico di diritto quello degli insegnanti già in servizio restano oltre 21 mila posti sui quali effettuare le nomine. A questi vanno aggiunti 13.342 posti per gli insegnanti di sostegno previsti dal precedente Governo nel Decreto Scuola, per il 2014. Nel calcolo complessivo vanno, inoltre inseriti i 4.599 pensionamenti del personale Ata”. Per i quali ci dovrebbero comunque essere anche alcune migliaia di posti già vacanti.
Ricordando che il governo si appresta a presentare provvedimenti sulla scuola, Di Menna sottolinea che “oltre all’edilizia scolastica, come atti concreti immediati, bisogna inserire tre elementi di pianificazione importanti: un piano di assunzioni per dare certezze al personale e continuità all’attività didattica e di funzionamento delle scuole; dare attuazione all’organico funzionale, di scuola e di rete, previsto già da un decreto del Governo Monti e rimasto in giacenza in qualche cassetto; porre fine al blocco dei contratti, per dare valore e riconoscimento alle professionalità con un nuovo contratto per il triennio”.
Al momento, tuttavia, quel che più interessa è l’immissione in ruolo dei precari. Qualche giorno fa la Flc-Cgil ha fatto sapere di temere che quest’anno si coprirà a malapena il turn over. Sul Corriere della Sera di un paio di giorni fa, invece, si parlava 15 mila posti garantiti “dal turn-over, cui vanno aggiunti i 13mila del sostegno. Sul turn-over, però, non c’è una corrispondenza immediata tra posti disponibili e vincitori: perché in alcune regioni, come quelle del Sud, gli insegnanti hanno un’età media più alta, e quindi c’è maggiore ricambio generazionale. Ma proprio in queste regioni (Sicilia, Campania, Puglia, Calabria), dove si liberano più posti, in realtà c’è meno bisogno di insegnanti: perché sono quelle dove c’è meno immigrazione e meno nuovi iscritti”. Anche se su questo punto l’Anief, sempre nei giorni scorsi, ha detto che “è assurdo attuare questa politica nelle stesse aree dove imperversano abbandoni e Neet” e che quindi per il Meridione occorre adottare organici maggiorati (oltre che assumere 100mila docenti e 25mila Ata perché i posti sarebbero molti di più).
“In queste regioni – continua il Corriere della Sera – probabilmente per dare un posto a tutti bisognerà aspettare il terzo anno post-concorso.In quelle del Nord, dove invece c’è bisogno e sono state coperte tutte le posizioni, si potrebbero usare i vincitori del Sud (ma in questo caso ci sarebbe bisogno di un provvedimento di legge), oppure estendere la validità del concorso (in questo caso basterebbe un provvedimento amministrativo). Ma c’è un’altra fetta di posti disponibili di cui non si parla: sono i 14 mila, in valore assoluto, per cui non c’è ancora il finanziamento garantito”. Ebbene, “considerando che la scuola ha 6000 insegnanti in esubero (ma che non possono andare a coprire i posti vacanti perché non hanno la qualifica necessaria per farlo), i 14 mila diventano 8 mila”. La cifra complessiva (15mila curricolari, 13mila di sostegno e gli 8mila non garantiti) farebbe 36mila. Una cifra, che seppure raggiunta con modalità diverse, è molto vicina a quella della Uil Scuola (che per arrivare a quasi 40mila posti complessivi liberi ha aggiunti i 4.599 Ata prossimi alla pensione).
Insomma, sulla disponibilità dei posti sembra esserci concordanza. Ma difficilmente saranno tutti assegnati per le immissioni in ruolo. Prima di tutto perché, a quanto ci risulta, il Miur ne avrebbe indicati al ministero dell’Economia circa il 25% in meno. Quindi attorno ai 30mila. In secondo luogo perché da Via XX Settembre potrebbe attuare un’ulteriore sforbiciata, giustificata dal solito “ritornello” delle coperture economiche. E se andrà così, il nuovo anno scolastico prenderà il via nel clima di proteste a cui (purtroppo!) siamo abituati ad assistere da troppi anni.
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