Il blocco delle assunzioni di oltre 6.200 amministrativi, tecnici e ausiliari è destinato a cadere presto.
Basta considerare i dipendenti pubblici come “proprietà privata” della singola amministrazione: “dobbiamo uscire da questa stagione”. Parola del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che nei giorni scorsi è entervenuta alla scuola di formazione politica del Pd, ripercorrendo le tappe e le novità principali della riforma Pa, soffermandosi anche sulla mobilità.
Ricordiamo che nella scuola questa procedura ha “congelato” oltre 6mila assunzioni del personale Ata per l’anno in corso. In estate, però, la questione si sbloccherà. Perché è imminente la collocazione dei perdenti posto. E, a quanto ci risulta, il loro interesse per diventare Ata è davvero minimo. Quindi quei posti dovrebbero presto essere assegnati per le immissioni in ruolo.
“Stiamo ricollocando migliaia di dipendenti delle Province nelle amministrazioni dove hanno bisogno di loro”, come le cancellerie e i tribunali.
La mappa della mobilità per gli esuberi delle Province indica che solo nella provincia di Milano i posti liberi sono 456, seguono Como con 180 e Monza e Brianza con 161. In tutta la Lombardia gli uffici pubblici stanno aspettando 1.361 dipendenti, che crescono ancora se si allarga lo sguardo all’intero Nord Italia, dove è concentrata oltre la metà delle caselle vuote.
I dati provengono dal l sito del ministero della Pa: a palazzo Vidoni è stata infatti affidata la regia dei trasferimenti, per assorbire il personale in esubero delle Province, a cui si è aggiunto quello della Croce rossa. L’operazione sta ormai entrando nella fase cruciale.
Presto “i dati saranno affinati, poi da fine mese i 3.500 soprannumerari, tanti sono sommando ex-provinciali ed ex-Cri, saranno chiamati ad esprimere con un clic la loro preferenza, la posizione che ritengono più idonea”.
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Il governo ha per questo aperto già da qualche tempo un portale ad hoc: www.mobilità.gov.it, il primo giugno a tutti gli interessati dovrebbero essere recapitate le lettere con l’assegnazione al nuovo ufficio. Saranno così conclusi lo svuotamento delle Province, previsto dalla riforma Delrio, e la riorganizzazione della Croce rossa. In particolare la trasformazione in enti di area vasta ha compiuto già diversi passaggi, con l’attribuzione di funzione e personale alle Province, ma non è bastato.
Sono rimasti fuori 1.644 dipendenti per cui, anche grazie al blocco del turnover sono stati trovati 3.205 posti, quindi quasi il doppio della richiesta. Ora analizzando l’allineamento territoriale, in base ai dati disponibili per 9 regioni su 15 coinvolte, il riassorbimento non pone problemi, anzi ci sono più posti che eccedenze.
Entrando nel dettaglio, si tratta di Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Marche e Abruzzo. Invece risultano più eccedenze che posizioni vacanti nelle altre sei regioni: Calabria, Puglia, Campania, Basilicata, Molise e Umbria. In due di queste lo scarto è però minimo e il gap potrebbe essere ulteriormente ridotto con il rientro del personale distaccato o comandato.
Per la Croce rossa la distribuzione territoriale delle posizioni libere sembra abbastanza omogenea tra Nord e Sud, con in tutto 1.911 posti liberi contro 1.869 dipendenti da ricollocare. Oltre al dove c’è anche da badare al che cosa: non c’è dubbio che molti ex provinciali diventeranno ministeriali (1.155 unità in attesa di essere ricoperte, con molte sedi dislocate al Nord) e dipendenti comunali (1.589).
Tuttavia la decisione non calerà dall’alto: i perdenti posto avranno un mese di tempo a partire da fine marzo per esprimere la loro preferenza sul portale e già da adesso è possibile dare uno sguardo alle diverse caselle disponibili. Se ci dovessero essere più domande per uno stesso posto si darà precedenza ha esigenze familiari o problemi di salute (beneficiari della legge 104). Le graduatorie dovrebbero uscire per maggio. In estate, quindi, tutti i soprannumerari dovrebbe conoscere il loro destino.
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