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Assunzioni: “accordo a perdere” secondo Flc-Cgil

Con un comunicato di poche ore fa la Flc-Cgil conferma il proprio giudizio sul contratto relativo alle 67mila assunzioni e parla di nuovo di “accordo a perdere”.
Questa volta, però, il sindacato di Mimmo Pantaleo fornisce anche i dati e, numeri alla mano, dimostra che i nuovi assunti subiranno in 6 anni una perdita salariale complessiva che andrà da un minimo di 1.800 euro per i collaboratori scolastici ad un massimo di 7.700 euro per i docenti della secondaria di secondo grado.
Secondo la Flc l’accordo rappresenta un vero e proprio “baratto” in quanto “si scambiano le stabilizzazioni del personale precario della scuola con pesanti ipoteche sulla progressione retributiva di chi lavora già da anni nella scuola”.
“In una situazione segnata dal blocco dei contratti pubblici e da una manovra finanziaria pesantissima per i lavoratori
– sostiene la Flc – la riduzione dello stipendio per i neo stabilizzati i ruolo è un’operazione socialmente ingiusta”.
Ad una analisi così negativa dovrebbe corrispondere – secondo logica – la definitiva decisione di non sottoscrivere l’accordo, ma, curiosamente, la Flc continua a dire che la firma è solamente sospesa, “in attesa che il Governo scopra le proprie carte”.
Nettissima, invece, la presa di posizione della Associazione Professione Insegnante che dichiara: “Il 4 agosto 2011 sarà purtroppo una data da ricordare, mai si era arrivati così in basso” e parla di “sindacati gialli e concertativi” (CISL UIL SNALS e FGU) che hanno deciso di barattare i diritti in cambio del “sacrosanto diritto della stabilizzazione dei rapporti di lavoro nella scuola”.
Per parte sua l’Anief annuncia che sosterrà i ricorsi contro la firma del CCNL del 4 agosto che “penalizza i precari neo-immessi in ruolo con meno di dieci di servizio eliminando il primo scatto di anzianità che avverrà dopo 8 anni di servizio – per volontà dei tecnici del MEF, e penalizza tutti i neo-assunti che non potranno spostarsi per cinque anni per ricongiungersi con la propria famiglia”.

Reginaldo Palermo

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