La scuola di questa estate sembra proprio non fare rima con equità. Le “avvisaglie” si sono avute con la manovra Finanziaria, che aveva inizialmente condannato (solo!) la scuola ad un triennio di doppie penalità (mancato rinnovo del contratto e niente scatti d’anzianità). Poi è stata la volta delle lodi alla maturità, con Calabria e Puglia a fare il pieno e la Lombardia come al solito buona ultima. La ruota, sempre all’insegna della disomogeneità, si è poi ribaltata quando l’Invalsi ha reso pubbliche le risultanze degli apprendimenti fatti registrare prima con il test standardizzato rivolto agli alunni di terza media, lo scorso 17 giugno, e poi con le verifiche cui sono stati sottoposti gli alunni delle classi seconde e quinte della scuola primaria e della classe prima della secondaria di primo grado (in questi ultimi due casi la sfida sulle competenze è stata stravinta dal Nord, in particolare dalle regioni più ad Ovest).
In linea con gli sbilanciamenti dell’ultimo periodo è anche la (magra!) tornata di immissioni in ruolo prevista dal ministero dell’Istruzione dopo il via libera ottenuto nei giorni scorsi dal Mef: il dato è contenuto nella tabella relativa al ‘contingente’ ripartito da viale Trastevere, provincia per provincia, per i quattro ordini scolastici (infanzia, primaria, media, superiore) ed in base alle diverse classi di concorso.
A seguito dell’alto numero di cattedre vacanti e della bassa presenza di docenti titolari in sovrannumero, alla regione Lombardia sono stati assegnati 1.547 posti. Seguono, a distanza, il Lazio (1.124) e la Campania (1.006). Sotto le mille unità tutte le altre Regioni, con il alcune del Sud in sensibile minoranza di posti.
Viale Trastevere ha anche ufficializzato la ripartizione a livello di tutti gli ordini scolastici: come anticipato nei giorni scorsi, per la scuola d’infanzia saranno realizzate 1.681 nomine per il ruolo, per la primaria 792, per la secondaria di primo grado 1.740, in quella di secondo grado 729, per il sostegno 5.022 (oltre la metà dell’intero contingente) e per il personale educativo 36.
Per quanto riguarda l’infanzia si conferma lo strapotere della Lombardia, con 263 posti a ruolo. Che stride con i 38 posti andati alla Liguria ed i 40 ad Abruzzo, Friuli e Calabria. La scarsità di assunzioni nella primaria si azzera, addirittura, per 27 Province e 3 Regioni (Campania, Puglia e Sicilia). Spiccano, a livello di scuola, media inferiore le 168 nomine che verranno realizzate e Roma, ma anche le 83 di Milano e Napoli.
Decisamente squilibrata anche la ripartizione nella secondaria, che ha dovuto fare i conti prima con i tagli previsti dalla Legge 133/08, poi con la riforma del comparto ed infine con le recenti coperture di migliaia di posti vacanti da parte del personale di ruolo rimasto soprannumerario: alla luce di queste ultime novità, nella capitale saranno appena 69 i docenti assunti con contratto a tempo indeterminato. A Milano appena 46. A Napoli 44. Seguono Firenze 27 e a Torino 25. Meglio, comunque che in altri capoluoghi di provincia: a Genova e Venezia 10, a Bologna 9, a Perugia e Catania 8, a Palermo 6, a Parma e Cagliari 2, a Trieste solo un posto.
Un discorso a parte merita il sostegno, che per il secondo anno consecutivo farà la parte del leone. L’elevato numero di immissioni in ruolo si deve sempre all’applicazione della Legge 133/08 che ha introdotto la copertura graduale, fino al 70% del totale, dei posti riservati al supporto degli studenti disabili: anche per quanto riguarda il sostengo, il numero maggiori di assunzioni si realizzerà in Lombardia (675), poi in Campania (637), e nel Lazio (549), Puglia (444), Sicilia (440) e Piemonte (407). Poi, via via, tutte le altre Regioni: chiude il Molise con soli 33 docenti di sostegno precari.
Per tutti (in genere anche per qualcuno in più) entro il 31 agosto arriverà, via telegramma, la convocazione presso l’Usp dove si è inseriti nella graduatoria ad esaurimento.