La norma più contestata della Riforma Buona Scuola presentata dal Governo è certamente quella della assunzione dei docenti da parte dei dirigenti scolastici. Per la verità per ora se ne sa poco o nulla, perchè dire che il dirigente potrà chiamara i docenti ritenuti più adatti attingendo ad un albo non meglio precisato e seleziondoli con un colloquio non significa davvero molto.
Intanto è chiaro che le regole di trasparenza, imparzialità, efficacia ed efficienza continueranno ad operare a meno che il disegno di legge non preveda espressamente l’abrogazione di alcune norme di carattere generale esistenti nel nostro ordinamento.
Certo è che dopo decenni di nomine effettuate in modo assolutamente vincolato (alle volte al limite della inefficienza e senza effettiva garanzia del diritto allo studio) un cambiamento come quello proposto da Renzi sarebbe davvero epocale. I dubbi che davvero possa entrare in vigore sono molti, per svariate ragioni. Il primo motivo è che un sistema del genere renderebbe molto più facile il contenzioso e questo – a lunga scadenza – potrebbe azzerare eventuali benefici.
Ma ciò che complica di molto la vicenda è la posizione di assoluta chiusura già espressa dai sindacati del comparto scuola, ai quali – bene non dimenticarlo, fa riferimento una parte molto consistente dei dirigenti scolastici.
A questo punto c’è da aspettarsi che almeno i dirigenti iscritti ai sindacati confederali possano continuare a usare i vecchi sistemi delle graduatorie: ricorrere al colloquio, infatti, non impedirà a nessun dirigente di tenere in debito conto il punteggio dell’insegnante. E’ possibille insomma che molti, moltissimi dirigenti, o per timore di dover gesitre un contenzioso dall’esisto incerto, o per adesione alla “linea” del proprio sindacato, continueranno esattamente come prima e i colloqui preliminari serviranno solamente a rallentare ulteriormente le operazioni di avvio dell’anno scolastico.
Resta ovviamente un’incognita: quanti saranno i dirigenti che – affascinati da un modello che molti definiscono “neo-liberista”, si avventureranno su una una strada difficile e insicura?
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