Si allunga l’attesa per le questioni sollevate dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara alla Commissione europea a proposito della fase transitoria del reclutamento dei docenti, da attuare per le classi di concorso anche “pescando” dalle Gps, e della possibilità di confermare per un altro anno la deroga sui vincoli alla mobilità dei nuovi immessi in ruolo.
In base a quanto risulta alla Tecnica della Scuola, il dicastero di Viale Trastevere si atterrà in modo totale alla risposta di Bruxelles, perché le manovre sono strettamente legate al Pnrr e ai circa 13 miliardi in arrivo dall’Unione europea per realizzare i progetti su dispersione, innovazione tecnologica e potenziamento dell’edilizia scolastica.
Sullo stop agli spostamenti triennali dei neo-assunti, in pratica, se la commissione Ue dirà no non si farà nulla e le cose rimarranno così: “perché c’è un vincolo di legge che parla chiaro. Se invece dall’Ue arriverà ok, allora i vincoli cadranno anche per i neo-assunti; margini di trattativa non ci sono, c’è solo da attendere e sperare”, spiega alla nostra testata giornalistica una fonte vicina al dicastero bianco di Viale Trastevere.
Anche tra i precari, per il nuovo reclutamento, la speranza è viva. Da parte della Commissione europea è stato più volte espresso il veto per le stabilizzazioni di massa: quello che potrebbe arrivare è un accordo che unisca serietà e selezione, con un sì parziale alle assunzioni a tempo indeterminato da Gps, ma comunque l’obbligo per i precari “storici” di svolgere delle prove scritte e orali.
A rompere il silenzio sulla situazione, venerdì 24 febbraio, è stata la Lega: i parlamentari del Carroccio Roberto Marti, presidente della commissione Cultura al Senato, e Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura alla Camera, hanno detto che “la trattativa tra Governo e Commissione Europea sui temi afferenti alla scuola è a buon punto, in particolare sul reclutamento di 70.000 docenti entro il 31 dicembre 2024 e sulla mobilità dei docenti, temi questi entrambi strettamente legati al pnrr e ai relativi fondi”.
I senatori hanno aggiunto che “la Commissione Europea sta mostrando grande sensibilità al Governo italiano e all’azione che il Ministro Valditara sta ponendo in essere in tal senso, insieme agli alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia”.
La novità, rispetto ai passati esecutivi, è che a livello nazionale c’è coesione d’intenti: tanto che a muoversi in prima persona, rivolgendosi all’Unione europea, è stato direttamente il ministro dell’Istruzione.
Inoltre, hanno ricordato ancora i senatori leghisti, “ieri il Governo ha approvato un ordine del giorno al Decreto Milleproroghe a prima firma Sasso, con cui appunto si impegna ‘a prevedere, nel prossimo provvedimento utile, un regime transitorio per le procedure di reclutamento dei docenti che consenta di soddisfare il target assunzionale previsto dal PNRR (target di 70 mila docenti) anche in deroga alle procedure di reclutamento disciplinate dal decreto legge n. 36/2022”.
Questo significa che si va verso “un rinvio dell’applicazione della disciplina del vincolo alla mobilità dei docenti, oltre che un definitivo chiarimento normativo in ordine al perimetro soggettivo della relativa disciplina, prevista dal PNRR’. Temi fondamentali per la nostra scuola, che riguardano la vita di centinaia di migliaia di lavoratori e che consentiranno una adeguata e migliore organizzazione scolastica”.
In effetti, ad attendere speranzosi l’esito dell’interlocuzione Roma-Bruxelles, considerando i candidati alle immissioni in ruolo e ai trasferimenti, sono tra i 250 mila e i 300 mila docenti.
Con i diretti interessati, anche i sindacati della scuola trepidano: tanto da continuare a non volere parlare dell’argomento, un po’ per essersi impegnati in questo senso con l’amministrazione per non ostacolare la “trattativa”, un po’ per non creare aspettative, un po’ forse per scaramanzia. L’impressione è che la risposta della Commissione europea non tarderà ad arrivare.
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