Non ha una forma ancora chiara la procedura straordinaria di reclutamento per docenti, con effetti pratici partire dal prossimo mese di settembre, approvata dal Consiglio dei ministri nel pomeriggio di giovedì 6 aprile attraverso un decreto su tutta la P.A. al momento non pubblico: dopo il comunicato emesso dal ministero dell’Istruzione, di cui abbiamo dato prontamente notizia, anche la nota emessa dal Governo rimane piuttosto vaga nei contenuti.
La presidenza del CdM spiega che “si prevede una procedura straordinaria di reclutamento per i docenti, inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze o negli appositi elenchi aggiuntivi, che sono in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno”.
Inoltre, continuano dal Governo, “si interviene sulle modalità di svolgimento del concorso per i dirigenti tecnici con funzioni ispettive del Ministero dell’istruzione e del merito, in modo da sbloccare le procedure per il relativo reclutamento”.
La vera novità, quindi, sarebbe quella del concorso per ispettori, atteso da tantissimi anni ed effettivamente indispensabile per mettere in atto il piano di maggiore rigore e rispetto delle regole imposto dall’attuale ministro Giuseppe Valditara dal giorno del suo insediamento a Viale Trastevere.
La procedura di assunzione dei docenti di sostegno specializzati da prima fascia Gps, invece, rappresenta una conferma di quanto attuato nell’ultimo biennio.
Se ci si dovesse fermare qui, dunque, i colleghi precari abilitati, collocati sempre in prima fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze ma non su sostegno, il prossimo anno scolastico non potranno andare oltre le assunzioni annuali.
Il via libera per le immissioni in ruolo dai docenti collocati nelle classi di concorso delle Gps, del resto, non è arrivato nemmeno dalla Commissione europea, sollecitata qualche settimana fa anche dallo stesso ministro Giuseppe Valditara su spinta anche dei sindacati.
Ma quante stabilizzazioni ci dobbiamo aspettare? In serata, l’agenzia Ansa ha appreso che “potrebbero essere circa 24 mila, prevalentemente sul sostegno, le assunzioni previste dal piano straordinario di reclutamento varato questa sera dal Consiglio dei ministri”.
Si tratterebbe, in questo caso, di un numero di immissioni in ruolo tutt’altro che brillante o straordinario.
“Attendiamo che si proceda al più presto con la copertura degli oltre 100.000 posti ad oggi liberi, condizione che favorirà anche la qualità dell’offerta formativa e la continuità didattica”, ha sottolineato, sempre alla prima agenzia nazionale, Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola.
Certo, il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri potrebbe contenere anche delle “sorprese”. L’ex senatore Mario Pittoni, responsabile dipartimento Istruzione della Lega, prova ad anticiparne i contenuti: “lo slittamento del vincolo di permanenza dei neoassunti per avere il tempo di approfondire la questione con le parti sociali, l’eliminazione della necessità dell’abilitazione all’insegnamento per accedere senza preselezione ai corsi di specializzazione sul sostegno con tre anni di esperienza specifica negli ultimi cinque, lo scorrimento degli idonei dei concorsi ordinari e la questione dei titoli esteri”.
Tutte ipotesi da verificare e, soprattutto, dai contorni ancora poco chiari. Come le procedure di immissione in ruolo 2023/2024.
La novità che farebbe aumentare (anche se non di molto) il numero di assunzioni del prossimo anno scolastico potrebbe quindi essere l’inserimento nelle graduatorie di merito degli idonei fino ad oggi esclusi dalle stabilizzazioni.
In tutto, tra vincitori e idonei, oltre i 20-25 mila di sostegno, si potrebbe arrivare a quasi 50mila assunzioni. A dire il vero, considerando il turn over, attorno ai 25-30 mila docenti, più i posti avanzati lo scorso anno dalle assunzioni già autorizzate dal Mef, si tratterebbe di una quantità di immissioni in ruolo nemmeno troppo elevata.
Dei numeri maggiori di stabilizzazioni si potrebbero riscontrare, comunque, nel 2024: sempre il decreto legge approvato il 6 aprile dovrebbe prevedere, infatti, che la prossima estate partirà il concorso riservato agli insegnanti che abbiano maturato 36 mesi di servizio o siano in possesso dei 24 crediti formativi universitari; una opportunità che coglierebbero al volo sicuramente diverse migliaia di candidati docenti.
I sindacati non sembrano soddisfatti. Secondo Giuseppe D’Aprile, segretario Uil Scuola, “le assunzioni dalle graduatorie provinciali Gps per specializzati sul sostegno e abilitati debbono trasformarsi in un provvedimento strutturale nel tempo”.
D’Aprile reputa poi “irrisolta la questione dei vincoli sulla mobilità, in quanto lo sblocco dei docenti neaossunti in ruolo rinvia di un anno il problema – verranno bloccati dal prossimo anno – mentre nulla è previsto per i docenti “vincolati” che hanno ottenuto e otterranno, appunto, un movimento in altra provincia”.
Ancora più severo il giudizio di Marcello Pacifico, presidente Anief: “senza doppio canale di reclutamento, con assunzioni da Gps anche su disciplina e da seconda fascia, per la scuola anche questa procedura si tradurrà in un fallimento, lo stesso che ha portato ai 240 mila supplenti annuali che abbiamo oggi”.
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