Non è passata inosservata l’apertura dei giorni scorsi del Partito democratico verso le richieste di tanti insegnanti precari che chiedono di essere immessi in ruolo e anche di docenti che sognano il trasferimento annuale con l’assegnazione provvisoria: agli addetti ai lavori non è sfuggita la presa di distanza dal M5s, soprattutto tra i sindacati è sembrata una “sterzata” importante. Così, sabato 19 giugno i segretari generali di Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola hanno deciso inviare una lettera al segretario del Pd, Enrico Letta e alla Responsabile Scuola del Pd, Manuela Ghizzoni.
Nell missiva pubblica, i segretari generali Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi e Giuseppe Turi chiedono al leader del Pd e alla Ghizzoni di operare direttamente in Parlamento, dove è in corso l’esame degli emendamenti del decreto 73/2021.
Le proposte saranno rilanciate anche in occasione della giornata di mobilitazione promossa dalle Confederazioni per sabato 26 giugno.
E propongono che il tema del reclutamento sia oggetto di un incontro urgente che segni l’avvio di un confronto operativo nel quale, a partire dall’individuazione di un’efficace strategia emendativa, si punti a ricondurre a maggiore coerenza la gestione della fase transitoria e le possibili soluzioni da adottare, anche dopo l’emergenza Covid.
“Una scuola sicura e di qualità, che agisca in ogni angolo d’Italia nell’ambito di un sistema unitario e nazionale – scrivono i leader dei maggiori sindacati di comparto – è una risorsa fondamentale per il Paese, in quanto tale da perseguire come obiettivo strategico”.
I tre parlano di un decreto legge Sostegni Bis incoerente rispetto agli obiettivi comunemente indicati nel Patto per la Scuola firmato lo scorso 20 maggio: un Patto che in poche ore già sgretolato.
È indispensabile, dicono al Partito Democratico, che gli interventi di natura transitoria si inquadrino in una prospettiva di riforma complessiva del reclutamento con soluzioni a regime che evitino il riproporsi di una precarietà giunta ormai a livelli abnormi e insopportabili.
Se il decreto sembra recepire l’urgenza di misure straordinarie che consentano di stabilizzare nella misura più estesa possibile i contratti di lavoro del personale precario, non è però accettabile la previsione di meccanismi, come la preselezione in ingresso, che “non hanno ragion d’essere – riporta la lettera – in una fase transitoria nella quale sono già previsti, per i neoassunti, percorsi di formazione-tirocinio e prova finale”.
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