È partito il conto alla rovescia che porterà alla scadenza del 14 agosto, alle ore 14, per decine di migliaia di docenti precari.
Entro quella data dovranno decidere se presentare la domanda di partecipazione alle fasi b) e c) del piano straordinario di assunzioni che prevede l’assegnazione di 48.812 cattedre su posto comune, 6.446 per il sostegno, più diverse migliaia di posti non assegnati nelle fasi precedenti per mancanza di candidati. Secondo quanto dichiarato pochi giorni fa dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, solo 30mila docenti avrebbero prodotto domanda con il sistema telematico Istanze on line. Tutti gli altri decideranno all’ultimo.
Il problema, rileva l’Anief, è che attraverso il Decreto del Direttore generale 767 del 17 luglio scorso, notificato con “avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica – IV serie speciale – “Concorsi ed Esami” del 21 luglio 2015”, sulla base di quanto previsto dal comma 100 e della tabella 1 della Legge 107/2015, il Miur ha chiesto ai precari di inserire la domanda di accesso al ruolo indicando “l’ordine di preferenza tra tutte le province, a livello nazionale”. Ma per la maggior parte dei docenti interessati, si tratta di una scelta complicata, un vero dilemma. Perché, come ha rilevato subito l’Anief, stiamo parlando di una candidatura al buio, che nega le regole d’accesso al pubblico impiego.
“Bisogna considerare – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal – che si tratta in prevalenza di docenti del Sud non più giovanissimi, con condizioni familiari spesso complicate: hanno figli da accudire, congiunti afflitti da problemi di lavoro e genitori non più autosufficienti. Per non parlare dei tanti che si pongono il problema di come faranno ad arrivare a fine mese, lontano da casa in province dove la vita è più cara, con “Sono tutte storie personali che incidono pesantemente nella scelta se fare o meno domanda. La verità è che questo cambio in corsa delle regole sul personale da assumere – continua Pacifico – è stata gestita male, perché Governo e amministrazione hanno agito pensando ai precari come se fossero dei numeri. Invece sono persone, in carne e ossa, che meritano rispetto. A questi docenti, che fanno gli insegnanti anche da decenni, non si può dire: il vostro futuro professionale e della vostra famiglia è affidato ad un cervellone elettronico, da cui può uscire come sede di destinazione per l’immissione in ruolo Caltanissetta come Pavia. E da quel momento, da quando sarà nota la provincia, avete dieci giorni di tempo per decidere se accettare o se lasciare l’insegnamento. Perché, in caso di rinuncia, l’amministrazione ha anche deciso di tagliarli fuori dalle graduatorie”.
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Ma la stessa mancanza di rispetto è stata anche perpetrata nei confronti di altre decine di migliaia di precari, rimasti clamorosamente esclusi dal piano di assunzioni dopo che per diversi mesi gli era stato detto, attraverso i rappresentanti del Governo, che sarebbero stati stabilizzati con questo piano assunzioni, tra l’altro anche finanziato dalla Legge di Stabilità 2015 (la quale non a caso prevedeva 150mila immissioni in ruolo): sono gli abilitati con TFA, PAS, Laurea in Scienze della Formazione Primaria, all’estero, con diploma magistrale, tutti esclusi dalle GaE, a cui Anief ha dato opportunità di poter fare ricorso e presentare domanda cartacea sempre entro il 14 agosto. E per i quali, tra l’altro, sempre più giudici stanno ordinando l’inserimento d’ufficio nelle GaE.
E che dire della decisione di far scaturire le discipline d’insegnamento dei 48.812 nuovi docenti dalla volontà dei collegi dei docenti, che si concretizzerà solo dopo l’autunno? Ma, soprattutto, perché la maggior parte di loro entrerà in servizio di ruolo il 1° settembre 2016 solo sulla base di una scelta discrezionale del dirigente scolastico attraverso gli albi territoriali? Anche su quest’ultimo punto, Anief è intervenuta, decidendo di rivolgersi al Tar del Lazio: si tratta di una vera e propria impugnazione contro la chiamata diretta del personale statale, ritenendo incostituzionale i commi 79-82 della legge 107/2015, a cui potranno partecipare tutti coloro che presenteranno la domanda di accesso al ruolo entro il 14 agosto. Il ricorso contro la chiamata diretta, da effettuare entro il 24 agosto, potrà inoltre essere prodotto da personale già inserito nelle graduatorie, ma anche da cui è abilitato però fuori dalle stesse GaE e di merito.
Ma c’è dell’altro: ad essere lasciati fuori dalle assunzioni è pure il personale Ata. Il paradosso è che ciò sta accadendo malgrado nel comma 14 della legge di riforma, sempre la L. 107/15, sia riportato che la modifica all’“articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275” preveda che nel nuovo “Piano triennale dell’offerta formativa” emesso dai Collegi dei docenti sia presente “altresì il fabbisogno relativo ai posti del personale amministrativo, tecnico e ausiliario”. Perchè non si dia allora seguito all’assunzione del personale Ata, individuato dalle scuole, rimane un mistero.
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