La fase B del piano assunzioni era la più temuta: tanto che un precario su tre non ha fatto domanda. A ragione: perché su 9mila proposte d’immissioni in ruolo, 7mila sono fuori regione.
Il dato, abilmente “mescolato” e ridimensionato dal Miur con le altre 29mila assunzioni già fatte (fase 0 e A) e le 55mila ancora da attuare (l’organico funzionale relativo alla fase C), era del resto inevitabile: perché al Nord ci sono le cattedre e al Sud i docenti che chiedono il ruolo. Dal momento che l’amministrazione ha chiesto loro di inserire nella candidatira on line tutte le province italiane, l’incastro posti vacanti-docenti meridionali non poteva non avvenire.
Lo squilibrio non è passato inosservato. Per il coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, “se si tiene conto che le due precedenti fasi del piano di immissioni in ruolo (0 e A) hanno riguardato le graduatorie locali, è evidente che il numero di docenti costretti a spostarsi nella fase B è abnorme e molto lontano da quel 10% profetizzato dal ministro”.
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Per l’Anief, invece, “la lotteria della fase B di assunzioni non ha quindi fatto sconti. E al sindacato risulta che ci sono stati addirittura dei precari a cui, attraverso l’algoritmo del Miur, è stato indicato loro di spostarsi da Nord a Sud. A rendere ancora più grave la situazione è che una cattedra su cinque non verrà utilizzata per l’immissione in ruolo, ma tornerà utile solo per le supplenze annuali fino al 31 agosto 2015”.
Cosa accadrà ora? Innanzitutto, in tanti, forse tantissimi di questi 7mila trasferiti, avranno la possibilità di rimanere per l’anno 2015/16 nella provincia dove sono ora collocati in graduatoria: basterà che comunichino al Miur, dopo comunque aver accettato l’assunzione, di aver sottoscritto una supplenza annuale.
Poi, tra inverno e primavera, potranno anche tentare la carta del trasferimento (concesso eccezionalmente dalla riforma già al termine del primo anno): le possibilità, diciamolo subito, non sono molte. Anche perché nel frattempo saranno stati assunti i 55mila precari sul “potenziamento”, che potrebbero in qualche modo fare da “tappabuchi” anche sugli organici del futuro prossimo.
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