Categorie: Reclutamento

Assunzioni fase B: c’è chi parla di gravi irregolarità

Assunzioni fase B: chi garantisce la trasparenza e la correttezza delle procedure? A tal proposito giunge una segnalazione importante: a quanto pare il sistema ha falsato. 

In Campania per la classe di concorso A043, scrive una docente su fb, sono state assegnate province a persone già di ruolo (tante), bruciando così i posti e le province più vicine per tanti che sono di Napoli e sono stati catapultati a Torino.

Insomma le assunzioni della fase B sono state un monumento all’improvvisazione e alla superficialità. Commentano i parlamentari del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura di Camera e Senato:  “Non riteniamo accettabile questa totale mancanza di trasparenza da parte dell’amministrazione pubblica rispetto al procedimento automatizzato adottato dal Miur che, attraverso la selezione e incrocio di dati, ha definito i criteri di assegnazione delle cattedre ai docenti. Si tratta di un meccanismo che incide sulla viva pelle di decine di migliaia di persone e di cui gli italiani sono tenuti all’oscuro. Per questa ragione presenteremo un’interrogazione in Parlamento al ministro dell’Istruzione”.

E continuano: “Siamo oltre la soglia della decenza: non solo il Miur ha proceduto alle assunzioni senza ricorrere a procedure pubbliche, ma si è affidato a un ‘cervellone’ che, assicurano da viale Trastevere, avrebbe funzionato perfettamente. Francamente le rassicurazioni del Ministero non solo non bastano, ma non ci interessano: quello che vogliamo è trasparenza sulle procedure, che devono essere di dominio pubblico.”
Tra l’altro il Miur, che molto avrebbe da chiarire anche circa alcune assunzioni al suo interno, dopo la raccolta iniziale delle domande da parte dei docenti, avrebbe dovuto rendere pubbliche le graduatorie: come fa un docente a sapere con certezza che la provincia nella quale è stato destinato è davvero quella che gli toccava?
Resta dunque un fatto gravissimo, la mancanza di trasparenza della pubblica amministrazione. Non sarebbe il caso di chiedere l’intervento dell’Anac?

Silvana La Porta

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