La roulette della fase B regala anche sorrisi: se è vero che ci sono precari costretti, in cambio dell’assunzione, spostarsi a 62 anni a 500 chilometri da casa, c’è pure chi l’ha scampata.
Come M.R, 38 anni, che stanotte ha tirato un sospiro di sollievo: vive in provincia di Alessandria e andrà ad insegnare ad Asti, una sessantina di chilometri ogni mattina, ma tutto sommato abbastanza gestibili. La donna, insegnante di sostegno nella secondaria di primo grado, ha l’abilitazione anche per altre classi di concorso, storia e filosofia, musica. Sposata, con due figli piccoli – 2 anni e mezzo e 16 mesi – insegna ed è precaria da 10 anni.
“A mezzanotte e un quarto – riporta l’agenzia Ansa – mi sono collegata col batticuore. La prima reazione è stata di gioia. Non resto a casa, ma poteva andare peggio. Ho cominciato ad Alessandria, poi mi sono sposata e mi sono trasferita a Catanzaro. Da un paio di anni – racconta – ci siamo spostati a Novi Ligure”.
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La strada, comunque, non sarà tutta in discesa: “dovrò comunque ripensare la mia organizzazione familiare. L’asilo per i bambini, valutare come muovermi, macchina, treno? Ma sono disagi sopportabili. Dovrò guardare nei prossimi giorni sul sito dell’ufficio scolastico regionale della provincia, ma è andata”. Soprattutto, M.R. sa bene che poteva andare molto ma molto peggio.
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