Al Miur continuano dire che la mobilità dei precari è fisiologica. Ma i numeri parlano chiaro: dei 16.210 posti disponibili ben 11.464 (il 71%) riguardano province del Nord.
Al Sud e alle Isole vi sono meno del 10% delle cattedre rimaste libere per mancanza di candidati nelle prime due fasi: appena 1.514 posti liberi. Il problema è che proprio dal Meridione sono giunte oltre la metà delle candidature al ruolo: delle oltre 71mila domande pervenute al Miur, attraverso il sistema telematico Istanze on line entro lo scorso 14 agosto, circa 39mila riguardano le regioni da Abruzzo e Campania in giù. A fronte di circa 18mila domande pervenute degli aspiranti docenti del Nord, quindi meno della metà.
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Numeri alla mano, polemiche a parte, nella fase B delle assunzioni il rischio per un precario del Sud di essere assunto nelle regioni Settentrionali è davvero alto. Molti neo-assunti, lo ricordiamo, avranno comunque la possibilità di prendere servizio al Nord con un anno di ritardo: sono tutti quelli che accetteranno una supplenza annuale entro il prossimo 8 settembre.
Mentre nelle fase successiva, come indicato dalla Tecnica della Scuola prima di tutti, il 10 luglio scorso, “chi sta indietro in graduatoria potrebbe ritrovarsi dietro casa”.
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