A poco più di 24 ore dal termine per accettare la proposta d’immissione in ruolo nella fase B del piano di riforma, il Miur fa sapere che hanno detto sì ben 8.200 precari su 8.776, pari al 93,4%.
A rinunciare, invece, sono stati appena in 16. Circa in 500 decideranno, quindi, sul filo di lana, visto che il sì o il no dovrà pervenire entro le 23 e 59 di venerdì 11 settembre.
I dati sono aggiornati alle ore 19.20 di giovedì 10 settembre. E appaiono confortanti, almeno per il ministero dell’Istruzione: alla fine, magari con il nodo in gola, ma la maggior parte dei docenti precari non ha saputo dire no all’assunzione logisticamente difficile.
Se però si considerano anche i posti andati persi, visto che inizialmente le immissioni in ruolo delle fase B erano oltre 16mila, le percentuali di immissioni i ruolo cambiano radicalmente in peggio. E se si sommano pure le diverse migliaia di precari che hanno preferito non presentare la domanda on line di candidatura al ruolo, allora il discorso cambia ancora di più.
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In ogni caso, subito dopo questa tornata di assunzioni – che produrrà in larga parte dei neo-assunti che si dovranno spostare di regione –, l’attenzione sarà tutta per gli oltre 55 mila posti messi a disposizione per la fase C, legata alle necessità di ogni singola istituzione scolastica.
Si tratterà, tra l’altro, di un numero davvero corposo (sempre se tutte le assunzioni richieste dalle scuole andranno in porto): quando terminerà la fase B, se si sommano anche le due precedenti, si arriverà ad appena 38mila immissioni in ruolo. Il piano straordinario, insomma, passerà per le scelte che presto formuleranno i collegi dei docenti.
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