I docenti della fase C “arriveranno in classe tra fine novembre e i primi di dicembre” su “macroaree disciplinari”: lo annuncia su Facebook il sottosegretario Davide Faraone.
Il rappresentante del Governo Renzi, ricorda che attraverso l’ultima fase del piano di riforma “55.000 nuovi docenti arrivano nelle scuole italiane. È partita dal Miur una circolare che dà indicazioni sui tempi e sulle modalità tecniche che gli istituti dovranno adottare per richiedere gli insegnanti in più, quelli del “potenziamento”, insegnanti che prima la scuola non aveva”.
Faraone sostiene che l’arrivo dell’organico potenziato servirà a portare nelle scuole “non insegnanti tappabuchi”, ma dei docenti che permetteranno di “ampliare i tempi di apertura delle scuole, rendere flessibili le attività, sperimentare il curriculum dello studente”.
Si tratterà, quindi, prosegue il sottosegretario, di “docenti pienamente inseriti nella progettualità della scuola. #labuonascuola non ha insegnanti di serie A o di serie B, tutti lavorano per raggiungere lo stesso obiettivo: formare i cittadini di cui il Paese ha bisogno. E lo fa in autonomia, parola chiave de #labuonascuola”.
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“È utile ribadirlo: le circolari che partono dal Miur – aggiunge – hanno solo il valore di indicazioni operative. Il vero punto di riferimento è la legge 107/2015. Le scuole non devono stare ad aspettare che qualcun altro dica loro cosa fare. Abbiamo potenziato i ruoli di tutta la comunità scolastica, l’unico ridimensionamento di ‘potere’ riguarda il Ministero”.
Faraone tiene anche a sottolineare che “le informazioni che abbiamo mandato alle scuole riguardano solo il potenziamento di quest’anno. Ogni scuola potrà disporre di insegnanti in più (distribuiti in base al numero degli alunni) che potranno lavorare in tutta l’istituzione scolastica, ovvero svolgeranno il loro ruolo in ogni ordine e grado e non solo in quello previsto dalla loro classe di concorso”.
E ancora: “nella circolare ministeriale è stata inserita una tabella con delle macroaree disciplinari – ambito linguistico, umanistico, economico, etc. – che servono alle scuole per indicare quale area vogliono potenziare. È una tabella esemplificativa, che lascia libertà agli istituti nell’utilizzo degli insegnanti. L’autonomia non può essere imbrigliata. Gli istituti italiani hanno tra le mani una grande risorsa. Siamo sicuri – conclude – che sapranno utilizzarla al meglio per dare ai ragazzi un futuro all’altezza delle loro aspettative”.
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