Sono già “circa 30 mila” i docenti che hanno detto sì alla proposta di assunzione ricevuta martedì pomeriggio dal Miur nell’ambito della Fase C del piano straordinario della riforma.
L’annuncio è arrivato direttamente dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini: alle 12.30 di oggi (12 novembre, a meno di 48 ore dall’invio delle proposte, ha detto sì “circa il 60%” dei 48.794 insegnanti convocati, ha spiegato il ministro.
La decisione, come ampiamente annunciato nelle scorse settimane della Tecnica della Scuola, deriva dal fatto che l’eventuale mancata accettazione dell’immissione in ruolo in questa fase, comporterebbe l’automatica esclusione dalle graduatorie pre-ruolo. Inoltre, con la Fase C, del cosiddetto potenziamento, la stragrande maggioranza dei precari è stata collocata nella provincia di appartenenza o comunque nella prima prescelta tre le oltre 90 indicate da ogni docente precario.
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Viene da chiedersi, cosa potranno pensare i quasi 10mila precari assunti nelle fasi precedenti, in particolare nella B, che invece sono stati “spediti” a centinaia, se non migliaia, di chilometri da casa. Alcuni sindacati, come la Uil Scuola, avevano previsto questa discrepanza: perché i docenti più avanti in graduatoria, con più anni di servizio, sono stati messi nelle condizioni di prendere il ruolo lontano da casa? È probabile che più di qualcuno di loro chiederà spiegazioni ai giudici.
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