Le convocazioni per la Fase C sono ancora in corso e già i primi docenti entrati di ruolo sul potenziamento tempestano i sindacati per protestare contro un utilizzo caotico e improvvisato delle loro figure.
Succede a Palermo, dove da varie scuole si alza il grido di dolore di tanti docenti per informare l’Usb scuola che negli istituti di assegnazione i dirigenti scolastici li stanno utilizzando in maniera non ortodossa e senza alcun rispetto dei diritti contrattuali del personale docente.
Il comunicato del sindacato è chiaro: “Reperibilità giornaliera per supplenze, nessun orario settimanale stabilito, esclusivo utilizzo come tappabuchi(soprattutto nella primaria), prospettiva di progetti pomeridiani e corsi di recupero non rientranti nelle 18 ore settimanali(come recupero delle 40 ore funzionali previste per consigli di classe), docenti abilitati nella scuola secondaria “usati” come Jolly tra infanzia e primaria ma con orario dell’ordine di scuola inferiore, in poche parole una vera e propria manodopera da sfruttare in ogni modo e senza alcun diritto.”
Da quante parti si vociferava che la fase C, lungi dall’essere una manna caduta dal cielo, si sarebbe rivelata una nuova frontiera dello sfruttamento e la piena attuazione di un progetto di dequalificazione della professionalità docente?
Non sarebbe il caso che gli Usr chiarissero con circolare a tutti i Dirigenti scolastici il corretto uso dei docenti nelle scuole e il pieno rispetto delle prerogative contrattuali dei docenti entrati nella fase C?
Non a caso c’è chi, telefonando alla scuola dove è stata inviato in fase c, si sente rispondere dalla segretaria, dopo avere scoperto che insegna filosofia, che cosa mai potrà fare in quella scuola, visto che si tratta di un istituto professionale. Forse bisognerebbe chiederlo al ministero per evitare che professori di lungo corso vengano adesso impiegati nelle mansioni più disparate, che nulla hanno a che vedere con la funzione docente.
Così, mentre gli immessi in ruolo nella fase C navigano nel caos, continuano le lotte intestine. Gli immessi della fase B ce l’hanno con quelli della fase A, quelli della fase C hanno da dire contro quelli della fase B e viceversa. I precari di terza fascia si agitano contro quelli di seconda, gli abilitati contro i non abilitati, i precari storici contro i neo-immessi, i prof d’antico ruolo contro i nuovi arrivati del potenziamento. Poi ci sono le antiche querelles: quelli del nord contro quelli del sud e magari gli insegnanti di scuola primaria contro quelli di medie e superiori. Infine quelli rimasti senza bonus che guardano con un pizzico di invidia i fortunati che il bonus ce l’hanno. La scuola italiana va così. Divide et impera.
E i nuovi docenti potenziati nel frattempo fanno le fotocopie…
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