Ai sindacati non vanno giù le fasi B e C del piano assunzioni: troppo alta è la possibilità di dover accettare l’assegnazione in una provincia diversa da quelle dove sono collocati i precari.
Anche il primo giorno di agosto, in un giorno caldo e semifestivo, i rappresentanti dei lavoratori tornano a farsi sentire. Si fanno portavoce di un dissenso generalizzato verso quella che viene definita una procedura da “terno all’otto” che per tanti produrrà una “migrazione forzata”. Un piano all’insegna dell’incertezza, che avevamo evidenziato prima di tutti proprio da questa testata giornalistica on line.
“Il piano di stabilizzazione previsto dalla legge 107/15 sulla scuola sta generando sconcerto e preoccupazione tra i precari coinvolti”, dice Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil. Perché “oltre a non rispondere ai bisogni reali delle scuole – continua il sindacalista Cgil -, penalizza i precari costretti a emigrare dalle proprie regioni e non rispetta la sentenza della Corte di Giustizia europea sulla reiterazione dei contratti. Infatti anche chi è inserito nelle graduatorie di seconda fascia ha diritto a un piano di stabilizzazione, a partire dai docenti che hanno maturato 36 mesi di servizio. Le sentenze dei giudici vanno tutte in quella direzione”,
“Il piano è causa di una nuova e massiccia migrazione che non tiene conto delle condizioni personali spesso difficili di chi non può, al nord come al sud, abbandonare le proprie regioni. La situazione è ancor più preoccupante al Sud che versa in una condizione di devastazione economica e sociale come evidenziato dai dati Svimez“, continua Pantaleo.
“Il Governo intende risolvere la questione meridionale con un nuovo esodo di massa verso il nord a partire dalla scuola, assumendosi la responsabilità di tale grave scelta. In questa situazione caotica, il ministro Giannini vuole sbarazzarsi dei precari paventando la cancellazione dalla graduatoria a esaurimento per coloro che non presentano la domanda. Siamo di fronte a un evidente tentativo di aggirare la legge, cancellando diritti e dignità delle persone”, conclude Pantaleo, non prima di aver ricordato che “in queste condizioni l’inizio del nuovo anno scolastico sarà complicato, ma questa volta l’autoritarismo e la demagogia non serviranno a piegare la giusta protesta dei precari”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si posiziona Giuseppe Mascolo, segretario generale dell’Ugl Scuola, commentando le dichiarazioni del premier Matteo Renzi espresse sull’Unità della stessa giornata. “Le procedure per le domande on line – continua Mascolo – sembrano un terno al lotto e per avere un minimo di chiarezza a seguito di alcune FAQ pubblicate dal Miur, si è dovuto attendere parecchi giorni, ma l’incertezza continua a regnare sovrana. Nonostante questo – conclude il sindacalista – il Premier continua con i proclami ai quali oramai ci ha abituato, ma la realtà è che le scuole brancolano nel buio più totale”.
Secondo Mascolo, inoltre, “il Presidente Renzi continua ad attribuirsi meriti inesistenti: il processo della ‘Buona Scuola’ è sicuramente stato avviato ma attendiamo i risultati. Siamo realisti: il futuro della scuola, degli insegnanti, dei precari è sempre più cupo e confusionario”.
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Anche per il leader Ugl “le centomila assunzioni non sono un merito dell’esecutivo, ma semplicemente il risultato di battaglie giudiziarie, come ad esempio la sentenza della Corte Europea”. Inoltre, per il sindacalista “la card del professore è ‘una miseria’ rispetto a quello che il personale della scuola avrebbe dovuto percepire, allo stesso modo come gli stanziamenti economici per l’istruzione, sono semplicemente risorse sottratte ai lavoratori perché derivanti dal mancato rinnovo del ccnl, oramai fermo da quasi un decennio”. “La realtà è che regna sovrana la confusione e di conseguenza si procede agli adempimenti amministrativi, tra i quali le immissioni in ruolo, troppo spesso senza la chiarezza necessaria e con tempistiche troppo risicate e quindi inaccettabili anche in considerazione del periodo estivo”.
Forti lamentele giungo anche per la chiusura, sempre nella Legge 107/15, verso la lunga schiera di abilitati non presenti nelle GaE: si tratta dei diplomati nelle scuole magistrali, con TFA, PAS, Laurea in Scienze della Formazione Primaria o altra abilitazione. Tutti oggi illegittimamente esclusi dal piano straordinario di assunzioni previsto dalla riforma. Nel tentativo di farli inserire in extremis, il sindacato Anief chiede loro di presentare domanda cartacea, entro la sessa scadenza degli altri invece inseriti nelle GaE e nel Graduatorie di merito (quindi il 14 agosto). Superando, in questo modo, l’impossibilità di candidarsi alle assunzioni, poiché esclusi dal sistema telematico ministeriale predisposto all’interno diIstanze On Line.
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