Ha prodotto una lunga scia di lamentele e indignazioni la frase di Matteo Renzi sui precari: “quelli che dicevano ‘ci deporteranno’ sono stati assunti tutti nella stessa regione”.
Alla pubblicazione dell’articolo da parte della Tecnica della Scuola, nel quale ravvisavamo che “nella fase B del piano straordinario di assunzioni, ben7mila immessi in ruolo(su circa 9mila) hanno dovuto lasciare la propria provincia”, ha fatto seguito l’invio di messaggi e commenti tutti nella stessa direzione: le parole del premier non corrispondono al vero.
Abbiamo estrapolato alcune delle e-mail, inviate alla nostra redazione, con le quali i docenti riportano non teorie o numeri, ma la loro diretta esperienza. Di persone – in carne e ossa – che sono stati assegnati fuori provincia o regione per accettare l’assunzione a tempo indeterminato. Molti di loro, qualora la collocazione dovesse essere confermata al termine della mobilità straordinaria della prossima estate, meditano di lasciare l’incarico.
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“Sono una docente di fase c: da Enna a Busto Arsizio lasciando una bimba di 2 anni e un bimbo di 5 anni e marito , nella domanda si parlava di soppressione delle graduatorie e per questo ho fatto domanda lasciando mia figlia mentre la allattavo causandomi un trauma a me e alla mia bimba se mi rimanderanno fuori dalla mia Regione penserò seriamente di dimettermi”.
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“Sono una docente che ha superato i concorsi del 1999, inserita in Gae che aspetta da più di un decennio la stabilizzazione che è arrivata ad un prezzo durissimo. Il privilegio di cui parla il nostro leader è stato riservato solo ai GM. Quelli della fase B e della Fase C Gae sono stati sbattuti in migliaia lontani migliaia di km da casa. (Permettetemi il gioco di parole). Io ho lasciato marito e figli adolescenti per partire da Catania e prendere il ruolo a Monza”.
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“In risposta alle osservazioni del “carissimo e simpaticissimo Premier” ossia che nessun docente neo immesso è stato deportato ecco vorrei far sapere al nostro Presidente del Consiglio che sono una delle tante madri di famiglia – classe di concorso A050 A043 più abilitazione sul sostegno -che grazie al folle algoritmo della fase B è stata sbattuta dalla provincia di Lecce in quella di Ferrara ed ho un bimbo di nemmeno tre anni”.
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“Sono una docente di A042-Informatica e Sostegno. Iscritta nella GAE di Bari, dove risiedo. Sede assegnata con Fase”B” a Settembre: Rimini. Partenza rinviata con supplenza al 30 giugno su Bari. Se il trasferimento dovesse assegnarmi una sede troppo lontana dalla mia residenza, sto pensando seriamente di dimettermi, magari di prendere temporanemente l’aspettativa..!”.
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“Fase b: da Catania a Milano”.
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Volendo fare riferimento a cio’ che ha detto il Premier Rendi in merito alle assunzioni, volevo fargli sapere che sono stata assunta in fase B da GaE, da Siracusa a Milano…….non mi pare siano nella stessa regione!”.
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“Io sono entrata in ruolo GRAZIE alla legge 107. Risiedo a Bisceglie in provincia di Barletta- Andria-Trani in Puglia. La provincia del ruolo che il sig. Renzi, tramite il famoso algoritmo, mi ha assegnato è:ISERNIA in MOLISE…NON AGGIUNGO ALTRO”.
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“Voglio solo affermare di provenire da Lentini in provincia di Siracusa, notoriamente in Sicilia e di essere stata “deportata” in fase B a Milano, notoriamente in Lombardia. I sindacati non ci hanno consigliati male allora, ci hanno solo dimenticati adesso! Perché purtroppo noi di fase B siamo una minoranza!”.
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“Assunto con sede provvisoria a Milano in fase B su Sostegno scuola media, pur avendo circa 200 punti negli elenchi di Ed. Fisica e Sostegno alle scuole superiori delle GAE di Reggio Calabria. Avvisate il Premier che non tutti i Docenti hanno avuto la “fortuna” della moglie Agnese di avere il ruolo sotto casa…purtroppo, un titolo e tanti punti in più in questo paese diventano un handicap invece che un merito…viva l’Italia!”.
Anche sulla pagina Facebook della Tecnica della Scuola sono stati ‘postati’ centinaia di commenti. Tutti rigorosamente stizziti. Ve ne proponiamo alcuni.
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“Caro Renzi ,insegno da 43 anni e ti assicuro che la scuola attuale è peggiorata notevolmente rispetto quella degli anni 70 grazie a quelli che, come te , legiferano senza considerare le esigenze dei bambini e che non danno importanza a questa istituzione e a chi vi opera”.
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“Renzi è un bugiardo. Io stessa sono stata assunta nella fase C in Lombardia mentre io vivo in Puglia. Ho dovuto rifiutare”.
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“Io ho dovuto rinunciare al ruolo da Caltanissetta a Belluno appena due passi!”.
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“Quindi io e altri della fase C che siamo finiti da 250 a 700 km di distanza cosa siamo? L’eccezione o gli sfigati?”
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“Io da Napoli sono stato sbattuto a Trieste in fase B dopo 15 anni di incarichi e 191 punti in GaE! Mia moglie invece è in fase C a Napoli con 9 anni di incarichi annuali! Mente sapendo di mentire”.
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“Io fase C primaria dalla Sicilia alla Sardegna. Poveraccio!”.
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“Anch’io non sono rimasta nella mia regione… dalla provincia di Chieti a Terni!! (Sede provvisoria) Speriamo bene con la mobilità!!”
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“Chi lo può contraddire, chi può autorevolmente smentirlo, quale canale di informazione ha il coraggio di far sentire la voce dei precari che sono dovuti migrare per lavorare, quale sindacato ha il coraggio di dare del bugiardo al Goveno?”.
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“Ci avete costretti a lasciare le nostre famiglie svuotando così le graduatorie. .e poi avete assunto col potenziamento gente in fondo alle graduatorie a due passi da casa loro. Come si fa a non vergognarsi”.
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Chiudiamo con la toccante lettera di una docente, che riassume lo stato d’animo di migliaia di docenti assunti con la Legge 107/15:
“Migliaia di precari si sono ritrovati in pochissimo tempo lontano dalle proprie famiglie, dalle proprie case. Questo, ovviamente, ha comportato disagi rilevanti sia a livello economico (ci siamo impoveriti rispetto i colleghi che lavorano vicino casa), sia a livello familiare (genitori separati dai figli, uomini e donne separati dai compagni, senza possibilità alcuna di progettare un futuro). Il nostro stipendio è dimezzato per la semplice sopravvivenza in città che non rientravano tra le nostre preferenze, obbligati a spostarci senza comprendere il criterio di una tale mobilità di assunzioni. Siamo persone, abbiamo una vita e dei problemi che non sono stati considerati, spostati come pedine anche a 900 km di distanza. Così facendo questa “Buona scuola” ha creato una vera e propria disparità nella stessa categoria professionale. Ci sono docenti che vivono ed altri che sopravvivono. Sarebbe giusto, qualora non ci fosse garantito il rientro, avere un aumento di stipendio per farci vivere dignitosamente e darci la possibilità di poterci riunire ai nostri cari senza dover patire la fame. Mediamente, per le spese di alloggio si parla di affitti superiori a 600 euro, escludendo luce, gas e mezzi di trasporto. Insomma, la situazione è grave e noi docenti stanchi e provati. Vogliamo giustizia, garanzie e soprattutto, pari dignità rispetto a coloro che possono beneficiare di uno stipendio senza decurtazioni per “vivere”. Il premier non ha fatto bene i conti o semplicemente non gli è stato riportato un dato reale. Siamo noi quella realtà. Siamo migliaia di vite senza più fissa dimora. Paghiamo le tasse, svolgiamo con passione il nostro lavoro. Abbiamo doveri che portiamo a termine, ma diritti calpestati continuamente.
Le scrive una docente con una invalidità al 50%, per lo Stato questo non ha valore. Io, come migliaia di docenti, non abbiamo diritti. Vogliamo rientrare nelle nostre case. Vogliamo una vita con i nostri cari. Vogliamo una situazione economica che ci permetta di vivere decentemente. Vogliamo essere considerate persone.
Distinti saluti
Una di quelle docenti catapultata a 800 km di distanza dalla sua vita…”.
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