La ‘call veloce’ sembra rivelarsi un vero fallimento. Come pure le 85 mila immissioni in ruolo. A sostenerlo è la Flc-Cgil della Lombardia, dove delle quasi 20 mila assunzioni a tempo indeterminato finanziate dal Mef se ne sarebbero state effettuate appena 4 mila, quindi poco più del 20%. E l’innovativo sistema della “chiamata veloce”, su base volontaria, che avrebbe dovuto dare linfa alle assunzioni, si è rivelato un flop.
Se il dato dovesse essere confermato e replicato nelle altre regioni, significherebbe che le immissioni in ruolo portate a termine sarebbero meno di 20 mila, con oltre 60 mila posti non assegnati che andrebbero ad ingrossare il già folto numero di cattedre scoperte, sempre più vicino a quota 250 mila. Quelle più a corto di docenti di ruolo si confermerebbero le discipline di italiano, matematica, fisica e tecnologia.
“Dopo le operazioni di immissioni in ruolo concluse oggi nella nostra regione, le annunciate 19.499 immissioni in ruolo autorizzate dal Ministero si sono rivelate un bluff. I nuovi insegnanti di ruolo che hanno ottenuto la nomina sono solo circa 4.000 (il 21%)”, ha scritto Flc Cgil Lombardia.
“Nonostante la cosiddetta ‘call veloce’ che consentiva alle persone di altre regioni di spostarsi nelle graduatorie dove rimanevano posti vacanti” per la Cgil “solo 56 sono le domande pervenute per la Lombardia da tutta Italia”.
A pesare sul mancato decollo della ‘call veloce’ è stato certamente il blocco dei cinque anni nella provincia di destinazione.
“Una possibile motivazione di ciò è legata alla norma di Legge, piovuta dall’alto senza accordo sindacale su tale materia, che vincola per cinque anni i docenti nella provincia e nella scuola assegnata senza dare possibilità di muoversi, anche solo per un anno, alle persone con situazioni famigliari quali presenza di bambini piccoli e in età scolare o presenza di famigliari disabili”.
Il numero di cattedre da coprire nella regione lombarda con più supplenti d’Italia è impressionante: si potrebbe arrivare a 50 mila.
Per il sindacato Confederale “oltre 15.000 posti dovranno essere coperti da supplenze. A questi posti si devono aggiungere quelli creatisi con l’organico di fatto e le deroghe dei posti di sostegno”.
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