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Assunzioni, il Miur congela quelle dei 3.000 prof precari collocati a “pettine” dal Tar

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Nel giorno della presentazione del nuovo anno scolastico, il ministero dell’Istruzione esce finalmente allo scoperto sull’assunzione a titolo definitivo dei 3.000 insegnanti che si erano visti accogliere dal Tar del Lazio il ricorso per l’inserimento nella graduatoria del 2010/2011 mantenendo il punteggio reale, quindi con la collocazione a “pettine”, e sovvertendo il posizionamento in coda introdotto dallo stesso dicastero di viale Trastevere per scoraggiare i trasferimenti da Sud a Nord.
Anche a seguito delle forti pressioni dell’Anief
, l’associazione sindacale che attraverso i propri legali ha tutelato la gran parte dei ricorrenti, il 31 agosto il Miur si è così espresso: “Poichè il contenzioso non è ancora definito, essendo pendente il ricorso al Consiglio di stato, si è deciso di non procedere subito alla nomina di questi 3mila insegnanti ricorrenti, inseriti a pettine dal commissario ad acta e di procedere all’accantonamento dei posti a loro riservati”.
Per prevenire l’avvio di altri ricorsi al giudice di competenza contro questa decisione, il ministero dell’Istruzione ha sottolineato che “l’accantonamento non prevede quindi che al posto di questi 3mila insegnanti ne vengano assunti altri; significa invece che l’amministrazione ha deciso di attendere la sentenza del Consiglio di Stato prima di immettere in ruolo i ricorrenti. Se il Consiglio di Stato confermasse la sentenza del Tar Lazio – continua la nota ministeriale – , i posti accantonati saranno attribuiti ai 3mila, con decorrenza 1° settembre 2010, un volta definito il contenzioso”.
Dietro la mossa attendista del ministero di viale Trastevere c’è inoltre la convinzione che “quasi tutti i docenti per i quali è stato accantonato il posto stanno ottenendo già da subito l’immissione in ruolo per effetto delle graduatorie del 2011/2012, aggiornate a pettine e che li vede ai primi posti nelle province che hanno scelto”. Tuttavia, anche se effettivamente le cose stanno così, se gli stessi ricorrenti collocati inizialmente in “coda” sono già stati assunti in ruolo in questi giorni attraverso le graduatorie ad esaurimento in vigore, il pericolo che i precari vincitori del ricorso, ma rimasti in sospeso, facciano ricorso rimane fondato: se non altro per vedersi corrispondere un indennizzo e contemporaneamente la decorrenza della nomina a tempo indeterminato a partire dal 1° settembre 2010 anziché un anno dopo. Una differenza che in tempi di annullamento di una parte degli scatti automatici e di restrizioni pure sui servizi utili per arrivare alle pensione, può risultare non da poco.