Immissioni in ruolo con datazione economica dal 1° settembre 2003. E’ questa la conseguenza della mancata emanazione del decreto sulle assunzioni del personale della scuola.
Il decreto legge 155/2001, convertito con la legge 333/2001, prevede, infatti che, qualora l’amministrazione non riesca a portare a termine le operazioni di assunzione a tempo indeterminato entro il 31 luglio, le operazioni successive non possano determinare l’assunzione in servizio vera e propria, ma solo i benefici ai fini meramente giuridici. Il raggiungimento della sede e il diritto allo stipendio, scatta, infatti, solo dal 1° settembre dell’anno successivo. In questo caso, appunto, dal 1° settembre 2003. Di qui l’impossibilità di disporre il tutto prima del 31 luglio, considerando che Tremonti non ha ancora fatto conoscere la sua decisione in merito al numero dei precari che otterranno la stabilizzazione del posto di lavoro.
E dunque, i numeri comparsi in questi giorni sui giornali non risponderebbero a verità. Una cosa è certa, però: le 21mila immissioni in ruolo chieste da viale Trastevere, già di per sé, di gran lunga inferiori alle aspettative (i posti vacanti sono oltre 80mila) sembrano destinate a rimanere un mero intendimento.
La scuola, infatti, ha mandato in tilt i conti pubblici. E il taglio di 8.500 cattedre già disposto in attuazione della Finanziaria di quest’anno, non basta a riempire il buco nero delle spese per il personale che, nonostante i sacrifici, è ancora fuori controllo.
E chi ne farà le spese saranno ancora una volta i precari che, anche questa volta, vedranno sfumare il sogno del posto fisso e dovranno accontentarsi dell’ennesima supplenza.