Poco più di una cattedra su tre, appena una su sette per il sostegno: è il magrissimo risultato delle immissioni in ruolo attuate in Toscana, a fronte del contingente approvato dal ministero dell’Istruzione. Lo denuncia il sindacato Flc-Cgil, lamentando l’inefficacia delle politiche del Governo nel gestire il precariato e il reclutamento dei supplenti abilitati.
Solo una cattedra su tre in porto
“Su circa 4.500 cattedre autorizzate dal Ministero per la Toscana, si sono riuscite ad effettuare soltanto 1.805 nomine, fra le graduatorie di merito del concorso 2016 e le graduatorie ad esaurimento provinciali”, scrive il sindacato confederale, secondo cui il risultato è più basso della media italiana.
Per il sostegno agli alunni disabili il dato è ancora più basso, con solo il 15% dei posti coperti da docenti in possesso dei titoli di specializzazione, una percentuale quest’ultima in linea con la media nazionale.
Cosa è accaduto
Ma perché sono saltate così tante immissioni in ruolo? Il motivo è sempre lo stesso e risale alla mancata presenza nelle graduatorie pre-ruolo (GaE e di merito) di candidati.
Il Miur ha tentato di correre ai ripari, dando la possibilità ai docenti vincitori del concorso riservato agli abilitati (con un anno di Fit a seguire, l’unico sinora attuato della Buona Scuola) di potere essere assunti. Ma solo in pochissimi casi si è verificata tale possibilità, visto che le graduatorie regionali post-colloquio non erano ancora pronte. E di riaprire le GaE, malgrado le proteste di piazza prodotte da Cobas, Anief e Cub, il Governo non sembra avere alcuna intenzione.
Le critiche dei sindacati
Per i sindacati, alla beffa delle mancate assunzioni si è aggiunta anche quella della discrepanza dei trattamenti. “Abbiamo criticato la procedura adottata sin dai primi adempimenti a inizio agosto – hanno scritto in una nota congiunta segretari regionali di Flc-Cgil Daniele Monticelli, Cisl Scuola Giovanni Vannucci e Gilda-Unams Silvana Boccara – e più volte abbiamo sollecitato l’Usr perché esercitasse un’azione di coordinamento e definisse linee di indirizzo uniche, per evitare poi comportamenti differenziati nelle varie province che finiscono con il tradursi in disparità e discriminazioni”.
Un caso nazionale
Il caso della Toscana, tra l’altro, non è affatto un’eccezione. Nella maggior parte delle regioni i numeri sono più o meno quelli, visto che alla fine solo il 40% delle oltre 57 mila cattedre che dovevano andare ai ruoli è stato assegnato (una su tre nella secondaria e per il sostegno poco più del 10%).
Ora, però, una parte di quei posti potrebbe avere un destinatario: il ministero dell’Istruzione ha infatti deciso di assumere, seppure con nomina effettiva solo dal prossimo 1° settembre, i docenti che risulteranno in posizione utile nelle graduatorie del concorso per abilitati pubblicate entro il 31 dicembre 2018.
Una soluzione che, però, non sanerà di certo il “buco” di 32 mila cattedre non andate in porto per palese inefficienza della macchina organizzativa scolastica italiana.