Come accennato in un nostro precedente articolo potrebbero sparire quasi nel nulla, come sono nati, i favolosi ed epocali 150mila posti da destinare alle prossime immissioni in ruolo.
Purtroppo è così. Per questo molti precari non crederanno alla loro assunzione fino a quando non avranno in mano il loro contratto. Dal prossimo primo settembre, infatti, potrebbero essere disponibili non più di 40-50mila cattedre per tutti gli ordini e gradi di scuola.
C’è infatti un vincolo ben preciso che non può essere ignorato. Secondo la tesi del servizio Studi della Camera i posti effettivamente disponibili sono legati al turn over perché lo splafonamento del tetto degli organici è riserva di legge (art. 19, comma 7 Dl n. 98/2011 convertito dalla legge n. 111/2011).
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In sostanza, se non vengono modificate le tabelle, le dotazioni organiche 2012/2013 del personale docente, educativo ed ata nella scuola non si toccano in quanto già rideterminate dall’anno scolastico 2011/2012, perchè “a decorrere dall’a.s. 2012/2013, le dotazioni organiche del personale docente, educativo ed ATA della scuola non devono superare la consistenza delle relative dotazioni organiche determinata nell’a.s. 2011/2012″.
Va peggio per gli Ata, che, come ormai si sa, escono bastonati dalla Buona scuola di Renzi: infatti i posti ata esternalizzati negli anni 2012 e seguenti potrebbero essere scorporati. Col risultato che, andando in pensione i titolari, verrebbe meno l’onere di sostituzione con altro personale.
Altro che 150mila assunzioni. Dal dire al fare c’è di mezzo la necessità di nuove regole. Se no saranno le solite assunzioni col contagocce di ogni anno.
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