Alla fine le 70 mila immissioni in ruolo entro il 31 dicembre 2024 si faranno tutte, anche con l’utilizzo delle GPS di I fascia ed elenchi aggiuntivi, ma per il passaggio da contratto a tempo determinato a contratto a tempo indeterminato ci dovranno essere prove realmente selettive. È la Commissione europea a non transigere sulla serietà delle prove finali per il passaggio definitivo del ruolo dei docenti assunti da GPS I fascia.
Sembra ormai in dirittura d’arrivo la procedura per le immissioni in ruolo dalla I fascia GPS per i posti comuni e per i posti di sostegno. Questo significa che i docenti inseriti in I fascia GPS per le varie classi di concorso e per i posti di sostegno e coloro che ci entreranno nel prossimo mese di luglio 2023 con gli elenchi aggiuntivi, in quanto specializzati o abilitati, potrebbero aspirare alle immissioni in ruolo per il 2023-2024 e anche per il 2024-2025. La proposta avanzata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito alla Commissione europea non è stata respinta pregiudizialmente, ma si pretende che la procedura per il ruolo definitivo, preveda anche delle prove finali impegnative e possibilmente selettive.
La UIL SCUOLA RUA ha proposto, già da tempo, al ministero dell’Istruzione e del Merito di pensare anche l’apertura delle GPS di seconda fascia per le future immissioni in ruolo. In buona sostanza il sindacato guidato da Giuseppe D’Aprile ha proposto, la possibilità di ampliare la platea dei partecipanti alle prossime immissioni in ruolo dei docenti, includendo gli abilitati o specializzati sul sostegno e i docenti con almeno 3 anni di servizio scorrendo le graduatorie per le supplenze di I e II fascia. Per ciò che riguarda la prova finale, è da tempo che la UIL denuncia il fallimento degli ultimi concorsi, ordinari e straordinari che, tra commissioni da costituire, prove falsate e graduatorie in molti casi non ancora ultimate, non danno risposte concrete in termini di assunzione del personale. Per tale motivo ha evidenziato la necessità che il percorso che dovrà attuarsi dovrà prevedere una procedura snella e veloce, sia nei tempi che nelle modalità, in grado di dare risposte immediate alle migliaia di docenti abilitati e con esperienza comprovata sul campo, che non si vada ad impantanare con procedure farraginose di cui abbiamo già ben presente i limiti. La prova finale, le cui modalità ancora non sono ben definite, dovrà basarsi sull’esperienza svolta dai docenti durante il percorso dell’anno di formazione e prova.
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