l Governo ha deciso di effettuare quest’anno 5.000 immissioni in ruolo in meno, rispetto alla pur risicata richiesta fattta dal Miur, e farà quindi 5.000 supplenze di durata annuale al 31 agosto 2020 in più su posto vacante.
Protestano i precari
Il dado é tratto, non si torna più indietro ormai , malgrado le proteste degli insegnanti precari che vedono ridursi ulteriormente i posti destinati ai contratti a tempo indeterminato. Anche nel documento diffuso dai sindacati Flc CGIL, Cisl, Uil Rua, Snals e FGU viene aspramente contestato questo taglio dell’ultim’ora da parte del Mef e le politiche governative sulle immissioni in ruolo, ispirate come sempre dalla logica del risparmio e largamente al di sotto della necessità di stabilizzare il personale docente. Quest’anno si faranno 12.000 immissioni in meno rispetto a quelle che si sarebbero potuto fare, ha denunciato Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil . Altri contestano le strategie di un Ministeto che nel creare nuove procedure di reclutamento riservato nella scuola secondaria e di percorsi abilitativi speciali nel contempo fa assunzioni quantitativamente sottostimate rispetto al reale faggisogno.
Il taglio delle 5.000 immissioni in ruolo, nella rideterminazione dei contingenti pubblicati ieri va ad incidere nelle regioni del Nord del Paese proprio dove é più diffuso il fenomeno della supplentite.
Come emerge poi dalle istruzioni alle immissioni in ruolo i posti accertati dopo la data di chiusura della funzione Sidi, per quanto riguarda la mobilità, in particolar modo una parte dei posti dei docenti che dal primo settembre saranno in pensione con Quota 100, non rientreranno nel contingente delle immissioni in ruolo.