Il gap nord-sud sulle assunzioni non è prodotto dal calcolo dei punti: a sostenerlo è l’ex ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, oggi vicepresidente vicario dei deputati di Forza Italia.
“Proporre una lettura divisiva e discriminatoria sulla ripartizione dei punti organico tra nord e sud – sostiene la Gelmini -, non solo è inutile ma rischia di alterare la realtà strumentalizzandola a vantaggio della polemica che sta montando intorno al piano assunzionale previsto dalla buona scuola”.
Per l’ex titolare del Miur nell’ultimo Governo Berlusconi, “nel momento in cui il meccanismo scelto per le immissioni in ruolo dalla buona scuola comporterà un esodo dei docenti del sud verso il nord, è troppo semplice cavalcare l’onda della polemica dell’Italia spaccata in due e del sud penalizzato a favore del nord”, sottolinea l’ex titolare del Miur.
“All’epoca abbiamo compiuto delle scelte di buon senso, basate su un criterio oggettivo di calcolo e di ponderazione dei punteggi, per premiare il merito e ridurre gli sprechi. Vorrei inoltre precisare che l’attuale attribuzione di punteggi è frutto di più interventi modificativi dell’originario decreto dovuti ai diversi ministri che si sono succeduti. In modo molto semplice occorre ricordare che criteri utilizzati per la ripartizione penalizzano soprattutto le università che spendono di più in stipendi e meno in servizi, rispetto alle entrate rappresentate dalle tasse e dall’FFO. L’anno scorso si discuteva che questi criteri avvantaggiassero le università con rette più alte”.
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“Quest’anno – continua Gelmini – , essendo di moda nuovamente il derby nord-sud, si stanno cercando altri pretesti per alimentare inutili polemiche. Ancora peggio del falso ideologico – prosegue Gelmini – che si sta cercando di proporre è quello di mettere in correlazione la riduzione dei punti organico con la perdita degli studenti ritenendo che i limiti all’assunzione del personale docente siano la causa della scarsa attrattività delle università del sud. Chi lo propone – conclude l’ex ministro – è un demagogo che ci vuole portare nel vecchio paradosso di chi da sempre s’interroga se sia nato prima l’uovo o la gallina”, conclude l’ex ministro.
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