Come abbiamo riportato in precedenza, il 6 marzo 2019 il Miur ha convocato i sindacati per illustrare i criteri con i quali verrà rideterminato l’organico per l’anno scolastico 2019/20 tenuto conto della fine del blocco triennale degli organici previsto dalla L.107/15 e del calo degli iscritti.
A preoccupare i sindacati è il calo degli alunni iscritti al prossimo anno scolastico: 69 mila.
Si è certamente trattato di un primo incontro in cui l’amministrazione ha fornito i numeri e le intenzioni per quanto riguarda le dotazioni organiche.
In base a questi numeri, forse a pagare dazio per il calo di iscritti sarà il personale ATA. Infatti, la diminuzione degli alunni potrebbe determinare un calo del personale collaboratore scolastico (1.224 posti in meno) e assistente amministrativo (437 posti in meno).
Tutto ciò potrebbe però essere azzerato per effetto dell’art. 3 co.2 del D. Lgs. 66/2017 in base al quale la “definizione dell’organico del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA)” deve tenere conto, “tra i criteri per il riparto delle risorse professionali, della presenza di bambine e bambini, alunne e alunni, studentesse e studenti con disabilità certificata iscritti presso ciascuna istituzione scolastica statale, fermo restando il limite alla dotazione organica di cui all’articolo 19, comma 7, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, e successive modificazioni”.
Ciò vuol dire che per il prossimo anno scolastico non potrebbero esserci aumenti, ma nemmeno riduzioni di organico.
Tale situazione per quanto riguarda il personale ATA non va giù ai sindacati, specialmente alla Flc Cgil: “Abbiamo denunciato il netto dissenso rispetto all’impostazione data dal MIUR: essa non prevede alcun incremento organico pur in presenza di un aumento dell’offerta formativa per il tempo pieno nella scuola primaria, per le ore di laboratorio nei professionali e dell’attività di strumento nei licei musicali. E’ evidente che l’aumento di tempo scuola previsto dalle normative comporterà un aumento di lavoro per gli ATA”, si legge sul sito del sindacato.
“Il nostro ragionamento è molto semplice: gli ATA hanno subìto pesanti tagli a fronte di un aumento selvaggio dei carichi di lavoro, quindi anche per loro si pone la rivendicazione della restituzione dei 50.000 posti tagliati dalla Gelmini.
In conclusione abbiamo rivendicato un aumento proporzionale delle dotazioni organiche e l’estensione della figura dell’assistente tecnico in tutte le scuole”, conclude la Flc Cgil.
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