Prima di assumere i precari della scuola bisogna fare bene i conteggi, perché non bisogna sforare i finanziamenti previsti dalla Legge di Stabilità 2017.
Anche perché va calcolato tutto, anche le loro progressioni e ricostruzioni di carriera. A dirlo, il 19 aprile rispondendo ad un’interrogazione parlamentare alla Camera, sulle stabilizzazioni dei docenti precari, in particolare sulla trasformazione di 25mila posti dall’organico di fatto a quello di diritto, è stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
“Il numero di docenti da stabilizzare” potrà essere individuato “solo sulla base di informazioni puntuali sullo stato giuridico-amministrativo” di coloro che si vogliono assumere, tenuto conto del “costo annuale unitario medio lordo”, comprensivo “di 13esima mensiltà, dell’onere connesso alla ricostruzione e progressione di carriera e delle risorse stanziate nella legge di bilancio 2017″, ha detto Padoan.
“I tecnici del ministero dell’Istruzione stanno lavorando con quelli del ministero dell’Economia – ha aggiunto Padoan – per giungere a una corretta definizione del contingente, tenendo in considerazione tutti i parametri e gli elementi di valutazione a disposizione”.
“La legge di Bilancio per l’anno 2017 ha previsto l’istituzione di un fondo di 140 milioni di euro per quest’anno e 400 milioni dal 2018 da ripartire con decreto” ad hoc del Miur, di concerto con il Mef, ricorda il titolare di Via XX Settembre.
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Il decreto in questione servirà anche a determinare “i posti dell’organico di fatto del personale docente da consolidare nell’organico dell’autonomia, cosiddetto di diritto per l’anno scolastico 2017-2018”.
Stabilizzazioni che devono tenere conto “del costo unitario medio contrattuale, nonché di quello per la ricostruzione e la progressione di carriera”.
E, fa presente il ministro, “tale parametro, che varia con i diversi gradi d’istruzione, incide direttamente sulla determinazione del contingente da stabilizzare”, considerando la spesa complessiva autorizzata dalla legge di Bilancio.
Nella relazione tecnica che ha accompagnato la legge di Bilancio, evidenzia Padoan, già si specifica che il numero di posti dell’organico di fatto da far confluire nell’organico dell’autonomia “debba essere individuato tenendo conto della spesa annuale del personale, delle progressioni economiche di carriera, degli arretrati e delle ricostruzioni di carriera, nonché degli oneri connessi all’attribuzione della carta elettronica” per il docente (di 500 euro).
Ovviamente, tiene a chiarire, l’individuazione del contingente “deve essere coerente con i principi contabili generali di copertura finanziaria degli oneri” e le risorse impiegate “devono avere carattere di stabilità nel tempo e di certezza nell’ammontare”.
Le parole di Padoan non sembrano lasciare dubbi: difficilmente il Miur otterrà da subito i 25mila posti in organico di diritto. Resta solo da capire quanto tempo occorrerà prima di raggiungere questo obiettivo.