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Assunzioni ridotte al lumicino, il rischio è alto. Appello Furlan-Gissi a Gentiloni

Le assunzioni del personale docente, oltre il turn over, potrebbero davvero essere ridotte ai minimi termini per colpa dei calcoli ragionieristici del Mef.

A farlo intendere è la Cisl, che per mandare un messaggio chiaro al Governo “scomada” il numero uno della Confederazione: la segretaria generale Annamaria Furlan.

In una nota congiunta con la segretaria generale della Cisl Scuola, Lena Gissi, sostiene che “non si può pensare di fare cassa ancora una volta sulla scuola italiana”.

Le due sindacaliste, quindi, rivolgono un appello “al senso di responsabilità del presidente del Consiglio Gentiloni e di tutto il governo che deve mantenere nel Def gli impegni sulle assunzioni in ruolo del personale per garantire a settembre l’avvio di un regolare anno scolastico”.

Il riferimento è ai 25mila posti promessi da tempo, prima dall’ex ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e poi dall’attuale responsabile del Miur Valeria Fedeli, che sarebbero dovuti “travasare” dall’organico di fatto a quello di diritto. In modo da utilizzare quei posti per far trasferire i tanti docenti beffati dall’algoritmo, ora titolari in sedi distanti da casa, e per far immettere in ruolo altrettanti insegnanti. Oltre la quota del turno over, che quest’anno dovrebbe attestarsi tra le 20mila e le 25mila unità, a seguito dei pensionamenti.

 

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“Non faremo sconti al governo su questo tema, perché è in gioco non solo la stabilità occupazionale di tante lavoratrici e di tanti lavoratori, ma soprattutto il normale funzionamento della scuola pubblica”, scrivono ancora Furlan e Gissi.

Per concludere con un quadro facilmente preventivabile, alla luce di quanto è accaduto quest’anno, qualora ci si fermasse alle 10mila assunzioni cui fa riferimento il dicastero di Via XX Settembre a Roma: “una eventuale marcia indietro da parte del governo sulle assunzioni provocherebbe un’ulteriore ondata di supplenze all’inizio del prossimo anno scolastico, con ripercussioni gravi nel percorso didattico e formativo degli studenti”.

Insomma, ci ritroveremo punto e da capo. Come nel gioco del Monopoli. Peccato, che si tratta di scuola. Anche pubblica, che dovrebbe garantire il diritto allo studio. Con tutti i docenti in classe sin dal primo giorno di scuola. Come ha ricordato, non troppe settimane fa, la ministra Valeria Fedeli. Entrando, qualche giorno dopo, anche in leggera polemica con lo stesso Mef. Mentre, assumere nemmeno 10mila nuovi docenti oltre ai pensionamenti, significherebbe lasciare in vita quasi 100mila supplenze annuali. In pratica, tanto si è fatto per non ottenere alcun risultato.

Ma evidentemente, quando si ha a che fare con la scuola, tutto si complica.

Alessandro Giuliani

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