Tra i punti che hanno contestato i docenti precari di sostegno il 3 gennaio davanti al ministero dell’Istruzione c’è anche quello delle mancate immissioni in ruolo dalla prima fascia delle graduatorie provinciali delle supplenze, le cosiddette Gps: in alcune graduatorie, come le scuole superiori del Lazio, quest’anno non sono state effettuate. E la mancata applicazione dell’ex articolo 59, in controtendenza rispetto al 2023, ha comportato un grosso problema: tanti supplenti specializzati su sostegno si sono dapprima spostati di provincia, inserendosi in realtà più grandi, come Roma, dove i posti vacanti risultano in misura decisamente maggiore, ma poi si sono ritrovati senza possibilità di essere immessi in ruolo. E migliaia anche senza supplenza. A spiegare alla ‘Tecnica della Scuola’ gli effetti di questa decisione inattesa è Leopoldo, docente precario di sostegno che in rappresentanza anche del Partito Socialista Italiano ha manifestato davanti al Ministero per l’arrivo nelle graduatorie di decine di migliaia di neo specializzati attraverso i corsi Indire e conseguiti all’estero.
“Quest’anno – dice Leopoldo ai nostri microfoni – l’amministrazione ha pensato bene in alcuni casi di non prevedere alcun posto da dedicare alle assunzioni dirette da Gps ex articolo 59: questo ha creato un intasamento delle graduatorie, soprattutto in alcune province molto grandi come Roma, invasa da trasferimenti da parte di docenti con un punteggio alto che speravano nel famigerato ruolo; purtroppo questo non c’è stato. Ma non solo: alle superiori, su circa 7 mila docenti precari nella prima fascia Gps solo 4 mila hanno ottenuto un incarico annuale mentre gli altri 3 mila sono ancora a casa sperando in una chiamata dall’Istituto scolastico che per molti purtroppo non ci sarà”.
“Tutto questo – continua – è stato anche dovuto ai corsi di abilitazione: quando sono stati indetti dal Ministero a febbraio non hanno specificato bene quali sarebbero stati i punteggi, quindi i vantaggi, per cui molti colleghi non avendo conseguito l’abilitazione non hanno ottenuto i punti sul sostegno”.
Cosa potrebbe accadere con le specializzazioni gestite dall’Indire? “Per molti colleghi specializzati in Italia – risponde il docente precario – quindi presso le università statali e telematiche, il rischio è quello di rimanere disoccupati, sostanzialmente perché i docenti che affronteranno il percorso Indire hanno molti anni di servizio alle spalle e quindi un punteggio alto”.
“Inevitabilmente, molti di loro finiranno per scavalcare coloro che già lavorano con titolo conseguito prima. Cosa faremo? Vogliamo mantenere alta l’attenzione e la pressione sul Ministero, perché sblocchi questi nodi, che sono fondamentali per l’occupazione per il futuro nostro e di tutte le nostre famiglie”.