Sta facendo molto discutere una nota pubblicata ieri, 21 marzo, dal Ministero, contenente chiarimenti circa l’uso del simbolo grafico dell’asterisco (*) o dello schwa (ə) nelle comunicazioni ufficiali delle istituzioni scolastiche.
Nella nota il MIM ha richiamato recenti orientamenti dell’Accademia della Crusca, tra i quali uno del 2021 in cui veniva precisato che “L’asterisco non è […] utilizzabile, a nostro parere, in testi di legge, avvisi o comunicazioni pubbliche, dove potrebbe causare sconcerto e incomprensione in molte fasce di utenti, né, tanto meno, in testi che prevedono la lettura ad alta voce, stante in quest’ultimo caso l’impossibilità della resa fonetica”.
Per quanto riguarda lo schwa, nello stesso parere si affermava che sul piano grafico il segno per rappresentarlo (la e rovesciata) non è usato come grafema neppure in lingue che, diversamente dall’italiano, hanno lo schwa all’interno del loro sistema fonologico.
Sulla base di questi orientamenti dell’Accademia della Crusca, nella nota il MIM conclude che al fine di assicurare correttezza e chiarezza nelle comunicazioni ufficiali, si raccomanda di attenersi alle regole della lingua italiana che consentono l’utilizzo di soluzioni linguistiche comunque conformi alla tradizione ortografica italiana.
Non sono mancate le immediate reazioni al contenuto della nota.
Sulla stessa pagina Facebook del Ministero sono molti i commenti, per lo più ironici, sotto il post con il quale il MIM annuncia la pubblicazione della circolare.
“La scuola è salva!”, scrive un utente. “Beh devo dire che con le priorità siamo messi bene eh…” sottolinea un altro.
Altri richiamano invece orientamenti differenti da quelli riportati nella nota: “Eppure, ricordo di aver seguito un illuminante seminario all’Università di Firenze di linguistica, proprio sull’uso della schwa (ə)!” e ancora “Un Ministero che non si rassegna al fatto che un fonema sia diventato un grafema, che non ha compreso che l’italiano, a differenza delle lingue morte, sia una lingua non statica, che ha prodotto Indicazioni nazionali che fan rabbrividire. Continuo? Yeah!! Avanguardia pura!”
Tra le tante voci, segnaliamo quella dell’insegnante e scrittore Enrico Galiano, che poco fa ha così commentato su Facebook la nota ministeriale:
“Ma no, non l’abbandono scolastico a livelli scandalosi.
Ma figurati, non i quattro studenti su dieci che soffrono di ansia scolastica.
Scherziamo? Non gli insegnanti di sostegno che mancano.
Non le quattro scuole su dieci a rischio sicurezza.
Non i doposcuola che ormai non fa più nessuno.
Non le classi con 28 studenti.
Non gli insegnanti a continuo rischio burnout, per stipendi fra i più bassi d’Europa.
La schwa. L’asterisco. Questi i veri problemi“.
E ha concluso con una considerazione: “mai visto, in vent’anni di carriera, un solo documento scolastico con la schwa o l’asterisco. Non so voi”.
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