
L’uso del simbolo grafico dell’asterisco (*) o dello schwa (ə) è entrato nel linguaggio scritto non solo informale, ma anche nelle comunicazioni ufficiali di alcune istituzioni scolastiche.
Per questa ragione, il MIM ha diffuso la nota 1784 del 21 marzo 2025, con la quale fornisce indicazioni in merito all’utilizzo di questi due simboli nelle circolari delle scuole.
Lo schwa, in partricolare, è un simbolo dell’alfabeto fonetico internazionale (IPA) che rappresenta un suono indistinto non presente nella lingua italiana, sebbene esista in alcuni dialetti.
L’Accademia della Crusca ha più volte ribadito che l’uso di segni grafici come l’asterisco al posto delle desinenze, o di caratteri estranei alla tradizione ortografica italiana, come lo schwa, non è conforme alle regole grammaticali della lingua italiana. Di conseguenza, si raccomanda di rispettare le strutture linguistiche codificate per garantire chiarezza, leggibilità e accessibilità nei testi istituzionali.
Nel parere del 24 settembre 2021, pubblicato sul sito ufficiale dell’Accademia, si sottolinea che l’asterisco non è adatto a testi legislativi, avvisi o comunicazioni pubbliche, poiché potrebbe generare confusione e incomprensione, soprattutto nella lettura ad alta voce, a causa dell’assenza di una corrispondente resa fonetica.
Riguardo allo schwa, nello stesso parere si afferma che sul piano grafico il segno per rappresentarlo (la e rovesciata) non è usato come grafema neppure in lingue che, diversamente dall’italiano, hanno lo schwa all’interno del loro sistema fonologico.
Nel parere del 9 marzo 2023, fornito al Comitato Pari Opportunità della Corte di Cassazione, l’Accademia esclude categoricamente l’uso dell’asterisco nelle desinenze morfologiche (ad esempio: “Car* amic*, tutt* quell* che…”). Lo stesso vale per lo schwa.
Infine, nel parere del 10 maggio 2024, l’Accademia ribadisce che la lingua giuridica e burocratica non è il contesto adatto per sperimentazioni linguistiche che potrebbero compromettere la coerenza e la comprensibilità dei testi.
Pertanto, per garantire la correttezza e la chiarezza delle comunicazioni ufficiali, anche il Ministero, con la nota in commento, raccomanda di attenersi alle norme della lingua italiana, adottando soluzioni linguistiche conformi alla sua tradizione ortografica.