
Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto oggi, 26 marzo, ai microfoni della trasmissione Mattino Cinque News in onda su Canale Cinque. Il capo del dicastero di Viale Trastevere ha avuto l’occasione di parlare di temi caldi relativi alla scuola, come il divieto di usare schwa nelle comunicazioni ufficiali.
“Nessuno di noi sente qualcuno dire ‘quest* bambin’ o ‘quel* ragazz*'”
Perché il ministro ha emesso questa circolare contro schwa e asterischi? Ecco la sua risposta: “Per una questione di rispetto nei confronti della lingua italiana, che ha una grande tradizione e una letteratura che è un vanto per noi, è una lingua che si è formata innanzitutto nel parlato”.
“Come ha chiarito l’Accademia della Crusca il genere neutro non esiste nella grammatica italiana, asterischi e schwa non appartengono alla lingua italiana, sarebbe un atto di violenza imporli e quindi penso che sia doveroso per un ministro dell’Istruzione e del Merito far rispettare le regole della lingua italiana”, ha chiarito.
“Siamo d’accordo che la lingua di oggi non sia quella di Dante, è evidente. Magari tra cent’anni si dirà bambin*, ragazz* e student* ma oggi credo che nessuno di noi in società sente qualcuno dire ‘quest* bambin’ o ‘quel* ragazz*’, è qualcosa di estraneo al linguaggio comune”.
Valditara e i provvedimenti per ridare autorevolezza ai docenti
Valditara crede ci siano problemi più importanti a cui pensare: “I fenomeni di aggressione ai docenti sono sempre più intollerabili. Il mondo della scuola, dopo la sanità, è quello più toccato da questi fenomeni. C’è il fallimento di una società dove non si riconosce più l’autorevolezza e l’autorità del docente. Abbiamo circa quaranta episodi di aggressione al personale della scuola”.
“Abbiamo deciso di intervenire rafforzando il valore del voto di condotta. I regolamenti sono ormai in fase conclusiva. Poi, le sanzioni economiche nei confronti di un genitore che aggredisce, e poi l’ultima proposta, l’arresto in flagranza per chi aggredisce un docente. Per la prima volta per un milione di dipendenti della scuola prevediamo l’assicurazione e il rimborso di prestazioni sanitarie sino a circa 3mila euro. Si tratta di un’assicurazione integrativa, sarà definita dal contratto, abbiamo stanziato 60 milioni per anno. Parte dal 2026, dal prossimo anno solare”, ha concluso.