Un modo diverso di fare scuola, la spinta a promuovere il pensiero critico di bambine e bambini, la voglia di coinvolgere territorio e famiglie, sono queste alcune delle premesse alla base di Bimbisvegli, il progetto educativo che da oltre un decennio il maestro Giampiero Monaca porta avanti in alcune scuole primarie della provincia di Asti.
La sua visione di un’istruzione alternativa a quella tradizionale, con la quale tuttavia può coabitare e convivere senza lacerazioni, non è piaciuta a molti e così da inizio giugno, per far sentire la sua voce e quella delle famiglie e dei giovanissimi allievi, per poter continuare a far vivere l’esperienza didattica di Bimbisvegli, il maestro Monaca sta attuando lo sciopero della fame.
Quali sono gli aspetti salienti di Bimbisvegli?
Il progetto nasce quasi quindici anni fa e ha coinvolto numerosi bambini e bambine, che hanno partecipato ad attività didattiche ed esperienziali che si discostano dalla quotidianità scolastica tradizionale. Bimbisvegli si basa sui metodi di insegnamento Montessori, Freinet, Baden Powell, Don Milani, Fraire e sull’esperienza diretta, la promozione delle competenze personali e la didattica all’aperto con l’obiettivo di sviluppare nei bambini una coscienza critica e la capacità di risolvere problemi, comprendere fenomeni naturali, sociali e pratici.
Quali sono state le reazioni della scuola e del territorio alla sua proposta pedagogica?
Bimbisvegli, che da due anni è anche un’associazione, è un percorso che ho promosso nelle scuole dell’astigiano dove insegno e il numero di bambini e bambine e le richieste delle famiglie sono in crescita. Il metodo è stato messo in atto in via sperimentale dall’Istituto scolastico di Serravalle d’Asti e sta riscuotendo successo tanto fra i genitori e corpo docente quanto fra gli alunni della primaria. Tanti bambini arrivano in questa scuola anche da Asti città e da vari Comuni della zona. All’inizio del progetto a Serravalle nel 2017 c’erano 19 iscritti oggi sono 53, e per l’anno scolastico 2021/2022 sono previsti circa 60 alunni totali.
Quali sono le ragioni della sua protesta?
Nonostante il notevole successo dal punto di vista di iscrizioni e attenzioni da parte di esperti e professionisti del settore educativo, pedagogico, scolastico ed istituzionale, il progetto sta subendo da due anni, mutilazioni formali, tali da pregiudicarne l’esistenza. È scomparso dall’offerta formativa e le famiglie non possono più sceglierlo. Ecco perché sto portando avanti lo sciopero della fame, basato sull’assunzione di liquidi e il minimo di calorie necessarie affinché possa in ogni caso garantire a Bimbisvegli il mio totale supporto.
Va ricordato che la comunità educante della provincia di Asti in questi giorni si è rivolta direttamente al ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi e all’USR del Piemonte affinché si garantisca la sopravvivenza di Bimbisvegli. Sono previsti diversi incontri per provare a rimuovere gli ostacoli che oggi impediscono al progetto di andare avanti, mentre il maestro Monaca, e tutti coloro che da anni collaborano alla sua riuscita, portano comunque avanti le idee pedagogiche che lo animano con i campi estivi, soprattutto con molta speranza e non da ultimo con l’idea di far parte di reti virtuose, come quella del Movimento delle Piccole Scuole dell’Indire e anche cercando a livello europeo partner per condividere l’esperienza e far crescere gli ideali a cui Bimbisvegli si ispira.
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