Ennesimo cambio in corsa per i vaccini AstraZeneca anti-Covid: dopo essere entrati in Italia come particolarmente adatti fino ai 55 anni di età, poi estesi a tutte le classi di età, da qualche ora diventano dosi raccomandate agli over 60. A dirlo sono stati i ministri della Salute dell’Unione europea, ai quali si chiedeva una risposta unitaria. Il motivo è legato al fatto che le reazioni, seppure rare, che hanno portato a dei trombi riguardano esclusivamente persone fino a quella soglia anagrafica. Detto ciò, è indicativo che il Regno Unito, dove di AstraZeneca è stato fatto un uso massiccio e senza sosta, abbia sconsigliato l’uso del vaccino alle persone tra i 18 e i 29 anni.
La decisione è arrivata al termine di una giornata interminabile, che ha lasciato con una certa ansia circa due milioni e mezzo di italiani, già prenotati per la prima e soprattutto per la seconda dose, quindi per il mese prossimo fino a giugno. La metà di loro sono docenti e lavoratori Ata della scuola.
I numeri dicono che ad oggi ci sono 8 milioni di italiani che hanno ricevuto una prima dose di vaccino e a 2.294.203 di loro è stato somministrato il siero di Astrazeneca. E una buona parte sono under 60.
Di sicuro, verrà aggiornato il bugiardino di AstraZeneca. Inoltre, i vaccinati con AstraZeneca si impegneranno a rivolgersi al medico qualora presentino fiato corto, dolore al petto, gonfiore alle gambe, continuo dolore addominale e sintomi neurologici, come anche il mal di testa.
Per l’Ema, l’Agenzia del farmaco dell’Unione europea, il rapporto tra rischi e benefici del preparato di Oxford “restano positivi”, ma gli eventi, seppure rari, che hanno portato alle trombosi sarebbero associati proprio alla somministrazione del vaccino AstraZeneca: l’Agenzia europea parla espressamente di un “possibile legame”.
Certo, il rischio di incorrere in effetti collaterali rimane “decisamente minimo”, ha detto in conferenza stampa la leader dell’ente del farmaco britannico Nhra, June Raine.
I casi considerati dall’Ema sono in effetti pochi: 62 trombosi cerebrale e 24 trombosi venosa su 25 milioni di vaccinati tra Ue e Regno Unito. Di questi 18 sono risultati mortali.
Inoltre, “la maggior parte dei casi si è verificata in donne di età inferiore ai 60 anni entro 2 settimane dalla prima dose” (non a caso si parlava con insistenza di inibirlo proprio alle donne under 55), mentre l’incidenza dei casi sospetti dopo la seconda dose “è limitata”.
AstraZeneca ha detto che la seconda fiala “potrebbe essere efficace”, ma “aspettiamo di ricevere i dati” per confermarlo.
Per l’Italia, il ministro della Salute Roberto Speranza ha detto che “a breve ci sarà una circolare con tutte le indicazioni: dobbiamo essere chiari e netti”. E qui sta il punto.
L’Aifa ha confermato che i richiami devono essere fatti a tre mesi dalla prima dose: verrà comunque somministrato il vaccino dell’azienda anglo-svedese a tutti? O solo agli over 60 e per i più giovani si procederà con un altro siero?
“Al momento non ci sono elementi per scoraggiare l’utilizzo della seconda dose”, ha detto il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli durante la conferenza stampa dell’Aifa.
“Questo non è né il funerale né l’eutanasia del vaccino AstraZeneca. È un vaccino efficace”, ha aggiunto Locatelli.
Inoltre, “su 600mila trattati con due dosi di AstraZeneca, nessuno ha mostrato eventi trombotici”, ha aggiunto il direttore dell’Aifa Nicola Magrini.
Anche il virologo Andrea Crisanti ha tenuto a dire che “prendere un aereo ha un rischio di trombosi 100 volte superiore a fare un vaccino”.
Rimane probabile dunque che chi ha già fatto la prima dose riceverà anche la seconda, indipendentemente dall’età. Ma è la stessa Ema a non escludere l’ipotesi del ‘mix’ tra vaccini diversi: “potrebbe essere efficace”, ha detto la presidente del comitato di sicurezza Sabine Straus aggiungendo però che al momento “non ci sono ancora dati disponibili”.
C’è poi il problema del crescente numero di persone che stanno disertando i centri vaccinali. In Lombardia, ha detto il membro del Cts lombardo Carlo Signorelli, un 15-16% di prenotati non si è presentato.
Alla Asl Napoli 1, martedì 6 aprile, su 4mila prenotati 800 hanno disertato la vaccinazione, quindi il 20%.
“Rischiamo di avere vaccini che non riusciamo a inoculare, perché la gente non li vuole”, dice il governatore del Friuli Massimiliano Fedriga esplicitando il timore di tutti. Nei frigoriferi delle Regioni ad oggi ci sono almeno 1,8 milioni di dosi di Astrazeneca. Per evitare che restino lì la soluzione individuata dal nuovo commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, è di somministrarlo fin dalle prossime ore alla categoria 60-79 anni.
“Una platea – sottolinea il generale nell’incontro con i governatori – di circa 13 milioni di persone, due dei quali hanno già avuto la prima dose”.
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