Dopo lo stop di AstraZeneca da parte dell’Ema, cui è seguito, catena lo stop delle varie agenzie del farmaco nazionali, in Italia il vaccino ha ripreso il proprio percorso da dove era stato interrotto, continuando a essere somministrato ai soggetti dai 18 anni in su. L’Aifa infatti comunica che: COVID-19 Vaccine AstraZeneca può essere somministrato anche ai soggetti di età superiore ai 65 anni con esclusione di quelli identificati come estremamente vulnerabili, per i quali è indicato un uso preferenziale dei vaccini a RNA messaggero (Circolare Ministero della Salute 8 marzo 2021).
Una scelta ribadita anche durante la conferenza stampa dell’Aifa commento delle decisioni dell’Ema. In questa occasione Gianni Rezza, direttore della Prevenzione presso il Ministero della Salute ha dichiarato: “Abbiamo voluto la sospensione perché vogliamo essere del tutto certi di ciò che somministriamo. Un provvedimento basato solo sul principio della precauzione.” Peraltro “alle volte ci troviamo davanti a degli pseudo cluster, ovvero l’emotività del momento ci porta a compiere degli errori nel reputare che ci siano delle correlazioni che in realtà poi scopriamo non esserci”, dichiara Rezza rispondendo a una contestazione circa “l’errore” della sospensione affrettata in termini di preoccupazione generalizzata tra la popolazione.
A QUESTO LINK le FAQ del Ministero della Salute su AstraZeneca.
Non tutti i Paesi europei si sono adeguati all’Italia in fatto di anagrafica del personale cui può essere somministrato il vaccino AstraZeneca.
La Svezia, ad esempio, ha deciso di riprendere le vaccinazioni con il siero AstraZeneca, ma solo per gli over 65. Lo ha deciso l’Agenzia per la Salute del Paese. “Il vaccino è perfetto per i più anziani, tra i quali molti si ammalano gravemente ogni giorno”, ha spiegato il direttore generale Johan Carlson. Resta invece sospeso, riporta il Guardian, per i cittadini più giovani. Continuano infatti le ricerche sui potenziali legami tra somministrazioni e casi, sia pure rari, di trombosi.
La Danimarca, invece, ha prorogato la sospensione dell’uso del vaccino anti Covid di AstraZeneca nel Paese per “altre tre settimane” per procedere con ulteriori accertamenti di tipo precauzionale. Lo ha detto durante una conferenza stampa il direttore dell’Autorità sanitaria danese Soren Brostrom.
Il Corriere della Sera qualche giorno fa dà notizia che in Francia il vaccino AstraZeneca in via precauzionale viene somministrato solo agli over 55, dal momento che i casi di trombosi si sono manifestati tra le categorie più giovani. Un percorso inverso rispetto a quello che l’Aifa ha indicato in Italia, dove il vaccino AstraZeneca è stato ritenuto adoperabile primo solo fino ai 55 anni, poi fino ai 65 anni, e da qualche settimana anche per gli over 65.
Nel Regno Unito, al contrario, la campagna vaccinale con AstraZeneca procede come sempre. Le somministrazioni nel Paese anglosassone vanno a ritimi talmente elevati da mettere in crisi anche le forniture dell’azienda, la quale rallenta sugli approvvigionamenti degli altri Paesi, Italia inclusa. Il Regno Unito, nella persona del ministro britannico della Salute, Matt Hancock, si giustifica così: “Il Regno Unito ha con AstraZeneca un contratto di esclusiva per la fornitura del vaccino contro il coronavirus, mentre l’Unione europea ne ha stipulato uno che si basa sui migliori sforzi da parte della casa farmaceutica. Per questo, gli accordi stipulati dal governo britannico prevarrebbero su quelli europei.
Per quanto riguarda la categoria del personale scolastico, siamo a quota 847.623 vaccinati, secondo il portale del Ministero della salute, aggiornato al 25 marzo 2021 ore 16:30. All’appello mancherebbero soprattutto i soggetti fragili, un dato che corrisponde a quanto accade in molte regioni, tra cui la Puglia, dove le vaccinazioni con AstraZeneca del personale scuola sono state ultimate.
Intanto il vaccino AstraZeneca non è più destinato in via prioritaria alla scuola, ma torna ad essere somministrato secondo un criterio di tipo anagrafico, come spiega il ministro della Salute Speranza.
Complessivamente nel Paese si attende un’impennata di tutti i vaccini. Il ministro Speranza parla di 50 milioni di dosi in arrivo nel secondo trimestre. Lo riportano fonti presenti all’incontro tra il ministro della Sanità, i sindacati e le imprese, sull’aggiornamento del Protocollo sicurezza e sul piano di vaccini in azienda.
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