Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, in un’intervista a Il Messaggero contesta le decisioni prese dall’Aifa sul vaccino AstraZeneca: “L’Agenzia italiana del farmaco ha fatto un gran pasticcio comunicativo che mina gravemente la fiducia delle persone, con il rischio di compromettere la campagna di vaccinazione contro Covid-19”.
Una sfiducia che purtroppo si è diffusa anche nel mondo della scuola, come dimostrano le tante cancellazioni delle prenotazioni già prima che l’Aifa desse lo stop.
Secondo Garattini l’errore comunicativo più grande dell’Aifa sarebbe stato “sospenderne la somministrazione. Sarebbe bastato interrompere quella dei lotti sospetti e spiegare bene alla popolazione il perché di questa decisione. Invece l’Aifa è stata più drastica, senza un’adeguata comunicazione all’opinione pubblica. Normale che ora ci sia una grande sfiducia nei riguardi di questo vaccino”.
E aggiunge: “Forse sarebbe stato meglio avere un approccio più coraggioso, anziché andare dietro alla decisione della Germania. In fondo stiamo parlando di un vaccino approvato dall’Ema”, l’Agenzia europea del farmaco “che ha già ribadito più volte che i benefici superano i rischi”.
Oggi pomeriggio, atteso il verdetto dell’Ema che dovrebbe sbloccare la situazione permettendo al mondo della scuola di riprendere le somministrazioni.
Secondo il presidente del Mario Negri, un ulteriore errore sarebbe stato fatto in partenza anche dall’azienda produttrice di AstraZeneca, quando ha comunicato prima una quota di efficacia del vaccino e poi un’altra; quindi ha autorizzato prima una fascia di età e poi un’altra. Insomma, una comunicazione iniziata male, rispetto alla quale non c’è da stupirsi se oggi la fiducia nei confronti di questo vaccino vada ricostruita da zero. “Messaggi contrastanti, a cui non è stata seguita un’adeguata comunicazione. Credo che sia arrivato il momento di affidarsi a professionisti della comunicazione ed evitare ulteriori pasticci”.
“Tutto questo tramite la stampa,” sottolinea il presidente dell’istituto Negri. “Non si può e non si devono divulgare informazioni così importanti, in un contesto delicato come quello creato da questa pandemia, tramite comunicati stampa o interviste sui media. Abbiamo bisogno di pubblicazioni scientifiche su riviste serie e non annunci più o meno propagandistici”.
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